Continua Màkari, la serie; sembra andar bene con uno share del 26,5 %, più alto anche (menomale!) dell’Isola dei Famosi, e il più alto in generale tra le reti Rai. Saverio Lamanna ha conquistato cuori anche in questo terzo episodio: è solo un gioco. Che cosa è successo?
Terzo episodio, la trama
L’episodio si apre con un occhiolino alla signora delle tradizioni meridionali: il nostro assieme all’immancabile Piccionello sta facendo la passata di pomodoro in casa. Anche stavolta si gioca con gli stereotipi, forse in maniera non consapevole. Tutto procede per il meglio quando Saverio è avvisato della morte di un cugino, cugino di cui lui non ricorda niente e della cui morte sembra addirittura non interessarsi. E va bene che i due non si vedevano da trent’anni, come subito ci viene detto, ma la reazione di menefreghismo è forse resa con un po’ troppa enfasi. Non c’è nessuno tra voi, ci scommetto, che a vedere Saverio così poco empatico non abbia storto il naso.
Fatto sta che, convinto dal padre, decide di recarsi al funerale: è morto in un incidente d’auto ma, che ve lo dico a fare, il nostro investigatore-scrittore-giornalista capisce, non si sa bene come, che non è solo questo. Il cugino giocava a calcio, era un capo-cannoniere provetto e Saverio viene invitato a giocare una partita in memoriam: è il punto di inizio delle sue…indagini? Le sue intuizioni si rivelano corrette e ben altro viene smascherato dietro la parvenza di un semplice incidente. Vi ho incuriosito abbastanza?
Lo sviluppo dei personaggi
Il brutto delle mini-serie è che iniziano e finiscono l’attimo dopo, forse è per questo che nella trama sembrano esserci delle forzature. Oltre lo sviluppo della trama, mi soffermerei un momento sui personaggi. Sono personaggi, passatemi il termine, minimi, al limite del tipo.
Saverio nei primi due episodi sembrava non aver alcuna profondità: sì, molto arguto, brillante, un po’ nostalgico ma non avremmo saputo dire un aggettivo che lo classificasse nella sua interiorità. In questa terza puntata uno sviluppo c’è: le indagini sul cugino diventano un pretesto per scavare nel passato della sua famiglia, lo vediamo commuoversi, intristirsi, diventare pesante, dove pesante è da intendersi con un suo spessore. Anche qui però tutto avviene in uno spazio ristretto ed è quasi superficiale. Non è lo stesso per Piccionello che rimane bidimensionale: conferma il suo ruolo di elemento comico ma nient’altro sulla sua figura.
Suleima funziona solo in relazione al suo rapporto con Saverio: così come è arrivata due episodi fa, adesso riparte verso Milano dove gli hanno offerto un’opportunità di lavoro. Su chi sia la ragazza, cosa provi e che faccia fuori dalla Sicilia abbiamo due parole in croce. L’episodio si chiude con i due che si salutano all’aereoporto: non sappiamo se Suleima tornerà per restare o per lasciare Saverio in definitiva.
Serena Garofalo
Le foto presenti nell’articolo sono per gentile concessione dell’ufficio stampa Rai