Questa settimana, dobbiamo ripartire esattamente dal finale dello scorso episodio. Un finale apparentemente innocuo. Jimmy e Kim che, dal balcone di casa, lanciano bottiglie per gioco (lui) e per frustrazione (lei).
Una scena densa di significato eppure essenzialmente simpatica, senza grossi effetti o analisi da dover fare. Qualsiasi altra serie tv, quindi, avrebbe iniziato la puntata successiva con altro. Invece, Better Call Saul 5×04 ci mostra la mattina immediatamente successiva, con Jimmy e Kim che, uscendo di casa per andare a lavorare, passano proprio sopra i pezzi di vetri generati dal loro gioco la sera prima. Jimmy ci passa sopra, Kim invece decide di fermarsi e spazzare lei stessa quei pezzi di vetro.
L’azione, insomma, ha avuto delle conseguenze, non solo pratiche ma soprattutto emotive: qualsiasi decisione ha un effetto, e quell’effetto non sparisce da solo.
Questa è la differenza tra tante serie tv e una grande serie tv, come lo è Better Call Saul. Qui ogni azione ha una sua conseguenza per i personaggi.
Qui ogni gesto non è svolto tanto per farlo, ogni parola non è detta tanto per dirla. Nulla cade nel dimenticatoio, tutto ha un eco che si trasforma in arco narrativo e introspettivo. Ogni singola scelta è un ennesimo tassello per capire l’interiorità dei protagonista, dei quali è eviscerato agli spettatori ogni prospettiva, e solo così l’empatia diventa massima.
Un gioco con le bottiglie che ci mostra, nella sua semplicità, quanto Jimmy sia pronto a passare sopra a tutto, mentre Kim ha ancora una morale che la tiene a terra. Etica che sta lentamente svanendo di fronte alla realtà, e alla vicinanza silenziosamente tossica di Jimmy stesso. Anche rimanere sentimentalmente con lui, dopotutto, è una scelta che ha una conseguenza.
Un eco che è la vera spina dorsale dell’intera serie. Mike commette un errore, e quello ritorna in sviluppi professionali e personali. Gus sottovaluta una decisione, e ciò lo tiene sospeso su un filo più stretto di quanto pensasse. Hank decide di fidarsi di qualcuno non proprio affidabile, e ora ogni sua azione è pilotata dall’inaffidabilità.
Pur muovendosi su tante rette di storyline, queste sono sempre parallele e destinate a convergere, contemporaneamente e inevitabilmente, in un unico punto. Che conosciamo già, e sappiamo pure che, per i nostri personaggi, non sarà sicuramente piacevole.
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Emanuele D’Aniello