“Fix you” ovvero i Coldplay e l’arte di consolare

Fix you Coldplay recensione

Il 5 settembre del 2005 vedeva la luce Fix you, il secondo singolo tratto dall’album X&Y dei Coldplay. Il brano ha fatto la storia della band inglese ed è divenuto ben presto un classico delle ballate romantiche. Nonostante la popolarità e i milioni di ascolti in tutto il mondo, l’anima della canzone non è mai stata snaturata e non ha mai perso la sua potenza originaria. C’è qualcosa di straziante e insieme di liberatorio e rassicurante nel suo testo e nelle sue note. L’ascolto è catartico.

L’incipit

Sin dai primi versi, ognuno può riconoscersi nelle parole di Chris Martin che con una semplicità disarmante esprime quella sensazione di sconforto e inadeguatezza che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita. L’impressione di essere come bloccati dal e nel dolore.

When you try your best, but you don’t succeed

When you get what you want, but not what you need

When you feel so tired, but you can’t sleep

Stuck in reverse

Un’opera d’arte universale

Le note e il testo si combinano tra loro, fondendosi in un tutt’uno lirico. In Fix you si possono intravedere i chiaroscuri del Caravaggio, lo scoramento di Dante e le antitesi di Petrarca. È un richiamo alla cultura pop rock dei Beatles, dei Rem, dei Nirvana, ma anche un inno sacro e spirituale. Tutto questo rende il brano un capolavoro della musica contemporanea che ha la forza di un’opera d’arte senza tempo. Proprio come le grandi opere, infatti, è in grado di parlare a donne e uomini di ogni età. Dal particolare, si allarga in un abbraccio universale. Il particolare, in questo caso, è costituito dalla morte del padre di Gwyneth Paltrow, allora moglie di Chris Martin. Fix you, che letteralmente significa “aggiustarti”, nasce infatti con lo scopo di consolare e confortare la donna per la terribile perdita. È una dichiarazione d’amore delicata, una promessa di sostegno incondizionato per “ritrovare la strada di casa”. Ed ecco che siamo tutti un po’ Gwyneth (o Dante, se vogliamo), smarriti nel buio della sofferenza. Ci aggrappiamo alla voce calda di Chris perché una luce ci guiderà fuori dall’oscurità e saremo finalmente a casa, al sicuro:

Lights will guide you home

And ignite your bones

And I will try to fix you

È affascinante l’utilizzo del verbo “to ignite” per dire “infiammare, accendere”. Non è soltanto una questione metrica o di suono. A colpire è la chiara ed evidente derivazione dal latino ignis che vuol dire fuoco, ma anche luce, stella, amore… È come se altre parole inglesi con il medesimo significato non fossero abbastanza complesse e solenni per trovare posto in questo verso. Il latino, d’altronde, è la lingua delle grandi opere dell’antichità e della Chiesa, elementi fondamentali dell’educazione ricevuta dal frontman dei Coldplay.

Religione e spiritualismo

Il richiamo alla religione, intesa in senso molto più spirituale che formale, è spesso presente nella produzione del gruppo. I continui riferimenti alla luce, nella Bibbia manifestazione di Dio, ne sono un esempio. Qui si fa evidente sin dai primi accordi suonati su un organo, tipico timbro musicale delle cerimonie ecclesiastiche. Si tratta di uno strumento acquistato dal padre di Gwyneth Paltrow (e qui torna il particolare) poco prima della sua morte e mai utilizzato. È proprio dai suoi tasti che nasce l’ispirazione e tutto quel che ne seguirà.

Tuttavia, lo spiritualismo dei Coldplay non mette tutto in mano al divino. Quest’ultimo è un modo per continuare a sperare, ma la soluzione al dolore è tutta umana. Non dimentichiamo infatti l’uso della prima persona (“I wil try to fix you”) e l’invito ad agire, ad osare, di qualche strofa più avanti: “But if you never try, you’ll never know”. Questa esortazione è un marchio caratteristico della band e viene espressa anche in altri brani dello stesso album: in What if (“How can you know if you don’t even try?”) e in Speed of sound (“If you never try, then you’ll never know).

Il finale: un’esplosione di suoni ed emozioni

La canzone continua in un crescendo di lacrime (“Tears stream down your face”) e di intensità sonora grazie all’aggiunta di altri strumenti, come il pianoforte, la chitarra, le tastiere e gli archi sintetici. Si arriva a un’esplosione finale che nelle esibizioni live coincide con il lancio dei fuochi d’artificio. È proprio questo uno dei momenti più attesi ed emozionanti dei loro concerti. Trattenere la commozione è impossibile.

Infine, d’improvviso tutto si ferma. Resta solo la voce di Chris accompagnata dal pianoforte a ripetere ancora un’ultima volta i tre versi di uno dei ritornelli più suggestivi e confortanti di sempre:

Lights will guide you home

And ignite your bones

And I will try to fix you

Francesca Papa

Francesca Papa
Sono laureata in Italianistica e insegno lettere. Amo la letteratura e tutto quello che riguarda la lingua italiana, ma sono anche una grande appassionata di serie tv e di musica.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui