“Later”, una storia dell’orrore by Stephen King

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Dopo la delusione subita con La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio, avevo bisogno di leggere un romanzo scorrevole ma allo stesso tempo interessante, coinvolgente e di un certo spessore. In altre parole, un libro che non fosse solo un esercizio di scrittura. Mi sono buttata sul nuovo romanzo di Stephen King, Later, pubblicato a gennaio 2021 dalla casa editrice Sperling & Kupfer.

Così con i Postumi Letterari abbiamo avuto modo di leggere uno dei nomi più popolari della letteratura internazionale contemporanea. King è tra gli autori più amati e contestati di oggi. C’è chi lo considera troppo popolare per essere annoverato tra i grandi nomi di autori e autrici. È vero che non solo alcuni dei suoi libri hanno avuto un grandissimo successo che si è poi riversato anche sui grandi film che ne sono stati tratti (pensiamo a Shining di Kubrick o a It). Tuttavia, non si può negare un fatto: Stephen King sa scrivere. Sicuramente parte di questa bravura è dovuta a una scaltra conoscenza delle regole del genere. Ma non è questo che dovrebbe fare uno scrittore o una scrittrice?

Later è la dimostrazione del talento di King. Un libro che molti ritengono non all’altezza di titoli come Shining e devo dire che mi trovo parzialmente d’accordo con loro soprattutto se penso al libro che io preferisco di King (Il gioco di Gerald, se non lo avete letto, recuperatelo il prima possibile). Later non è qualitativamente migliore di quel libro, ma questo non lo rende meno apprezzabile. È come sedersi per bere un vino che trovi in qualsiasi locale e il cui nome è noto a tutti, ma queste caratteristiche non lo rendono meno buono.

Video Recensione

Ecco la video recensione del mese dedicata a Later.

Audio Recensione

Later: trama

Il romanzo è raccontato in prima persona da Jamie, un bambino che incontriamo all’età di sei anni che da subito ci dà un avvertimento: quella che leggeremo è una storia dell’orrore. Jamie, infatti, ha la possibilità di vedere i fantasmi delle persone appena morte. Lo può fare solo per qualche giorno dopo il decesso prima che svaniscano, ma può parlare con loro ed essi sono obbligati a rispondergli solo la verità.

Il ragazzo vive solo con la madre, non ha mai conosciuto suo padre. Nel corso degli anni dovrà imparare ad adattarsi alla visione dei morti (alcune terrificanti) e a capire come usare questo “dono” (o “maledizione”). Alcune volte gli tornerà utile (come quando riuscirà ad aiutare sua madre a risollevarsi dalla crisi economica) mentre altre sarà la causa di avventure da brivido e molto pericolose in cui Jamie rischierà la sua stessa vita.

Later ci racconta l’infanzia e l’adolescenza di Jamie per parlarci del percorso di crescita di un ragazzo che deve imparare a districarsi tra i concetti di bene e male scoprendo ben presto che i confini non sono poi così definiti.

Il tema e il significato del genere

Stephen King ci presenta una storia di formazione classica arricchendola con elementi dell’orrore. Quest’ultimi diventano una metafora per rendere oggettivi e “concreti” le brutture del mondo ed emozioni negative con le quali è difficile fare i conti o scendere a patti. Un po’ come nelle storie di Edgar Allan Poe o inerenti al fantastico, gli elementi misteriosi e ambigui servono a far emergere le paure dell’inconscio e della realtà che ci circonda. È questo che rende questo tipo di libri interessanti e coinvolgenti.

Ricordo che quando lessi Il gioco di Gerald non riuscivo a staccarmi dal libro ed ero così persa tra le pagine che quando squillò il mio cellulare per l’arrivo di un messaggio saltai letteralmente dalla sedia. Ero entrata in tutt’altra dimensione, quella che Freud ha definito con l’aggettivo “perturbante”.

Con Later è avvenuta una cosa simile. La presenza dei morti rende l’atmosfera inquietante e ci sono dei personaggi che rappresentano il “male” (Therriault e Liz, ad esempio), ma anche quelli che sembrano “buoni” alla fine potrebbero avere dei lati oscuri non del tutto trascurabili. Il mondo dei morti che dovrebbe apparire come quello più spaventoso e cattivo si rivela alla fine più autentico (ricordiamo che le anime non possono mentire) e meno terribile di quello dei vivi.

L’obiettivo di Jamie dovrebbe essere quello di accettare il suo “dono” e riuscire a convivere con le sue visioni. In realtà, alla fine della lettura diventa palese che quello che deve fare è imparare a vivere. Questo lo rende simile a tutti noi.

Credere a cose come queste è un ostacolo non semplice da superare, tanto più per le persone intelligenti. Perché le persone intelligenti sanno un bel po’ di cose, e forse finiscono per credere di sapere tutto.

La storia dell’orrore di Later non fa altro che parlarci della vita, della sua complessità, delle categorie con cui noi cresciamo (bene vs male) e di come tutto sia relativo.

I personaggi

I personaggi hanno tutti il loro giusto spazio. Sono tutti filtrati dallo sguardo di Jamie che cerca di restituirceli in modo variegato e realistico. L’approfondimento psicologico e lo sguardo introspettivo non raggiungono chissà quale livello, ma è quello giusto per il tipo di genere che King vuole affrontare.

Tutti i personaggi che ruotano intorno a Jamie hanno una funzione precisa all’interno della storia e anche questo può dire tanto della bravura dell’autore.

Lo stile

L’ho detto e lo ripeto: Stephen King sa scrivere.

La struttura narrativa è impeccabile così come la presentazione dei personaggi. I capitoli sono numerosi ma brevi e questo agevola di molto la lettura. Lo stile è coinvolgente. Divorerete le quasi 400 pagine in pochissimi giorni.

La particolarità dello stile sta anche nei commenti metalinguistici e metanarrativi fatti dal narratore. Molto spesso Jamie si rivolge direttamente ai lettori commentando le situazioni da lui vissute con la prospettiva del giovane adulto che è diventato, dandoci modo di intravedere la persona che diventerà. Inoltre, ci parla del modo in cui ha acquisito nella crescita un vocabolario più articolato e più complesso di cui sta usufruendo per parlare di ciò che vede.

L’altro aspetto vincente del libro sono i colpi di scena. Ce ne sono molti (non li rivelo per non togliervi il piacere di leggere il libro), ma quello finale è veramente scioccante. E anche lì sta la bravura dell’autore. Arrivati alle ultime pagine è difficile provare un’emozione così forte visto che oramai si ritiene il libro concluso. King riesce anche in questo lasciandoci del tutto storditi alla fine del libro.

Chi dovrebbe leggere Later

Stephen King è un autore che dovrebbe essere conosciuto. Later è un buon romanzo per fare la conoscenza dell’autore anche se poi bisognerebbe leggere anche altri titoli. Può essere letto sia dai ragazzi (ovviamente almeno sedicenni) sia dagli adulti.

È una lettura molto adatta al periodo estivo perché poco impegnativa, ma coinvolgente. Inoltre, si legge velocemente e lascerà presto spazio anche ad altri titoli.

Later e i Postumi Letterari

I Postumi Letterari è il bookclub di CulturaMente. Ogni mese leggiamo insieme un libro e poi lo commentiamo in un appuntamento-video.

Per il prossimo mese, ho deciso che ci dedicheremo alla narrativa con protagonisti adolescenti. Il libro che ho scelto è Una ragazza perfetta di Candace Bushnell e Katie Cotugno. Chi vuole partecipare non deve fare altro che leggere il romanzo entro il 25 luglio!

Gli appuntamenti con il bookclub

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Sono laureata Lettere Moderne perché amo la letteratura e la sua capacità di parlare all'essere umano. Sono una docente di scuole superiori e una SEO Copy Writer. Amo raccontare storie e per questo mi piace cimentarmi nella scrittura. Frequento corsi di teatro perché mi piace esplorare le emozioni e provare a comprendere nuovi punti di vista. Mi piace molto il cinema, le serie tv, mangiare in buona compagnia e tante altre cose. Passerei volentieri la vita viaggiando in compagnia di un terranova.

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