Archeologia. Dal greco “discorso sulle cose antiche”. E già partendo con una semplice etimologia molti lettori avranno pensato di chiudere immediatamente questo articolo, immaginando roboanti digressioni sulla storia dell’umanità.
Eppure, il titolo della recensione non vi inganna perché Andrea Augenti, professore di Archeologia Medioevale presso l’università di Bologna, ha deciso che la materia che ancora ispira il cinema contemporaneo – avrete tutti presente il film La Mummia – non può essere relegata all’Accademia, come spesso accade in Italia.
Forse per uno spirito conservatore che farebbe invidia al miglior Catone, lo Stivale non si rassegna e guarda con diffidenza la divulgazione quando si tratta di materia che finiscono in -logia. Un’eccezione in tal senso è sicuramente Alberto Angela, che divulga romanzando principalmente in televisione.
In questo caso, invece, Augenti sceglie 10 scavi e li racconta in un libro. Il suo intento è quello di far viaggiare il lettore nel tempo, idea nata dal precedente progetto radiofonico “Dalla terra alla storia” andato in onda si Radio 3 nel 2017.
In meno di duecento pagine il lettore cammina dalla Preistoria al Medioevo, calpestando le orme dei propri antenati. Letteralmente, visto che il primo capitolo è dedicato a Lucy, l’australopiteco che deve il nome a Lucy in the sky with diamonds, celebre hit beatlesiana.
L’indagine si focalizza anche sull’archeologia funeraria (sicuramente tutti avrete sentito nominare almeno una volta l’impronunciabile Tutankhamon) e sulle civiltà scomparse, tra le quali spicca ovviamente la celeberrima Troia cantata da Omero.
Con una scrittura molto semplice e divertente, ma soprattutto con un approccio che sembra quasi, passatemi il termine, psicologico, Andrea Augenti vuole farci capire che l’Archeologia non solo una materia circoscritta agli addetti ai lavori, ma soprattutto ci tiene a sottolineare che tali addetti ai lavori, anche si ci piacerebbe pensarlo, non sono tanti Indiana Jones, ma degli storici che analizzano le fonti per saperne di più sul passato dell’umanità.
A come Archeologia edito da Carocci è un libro per tutti, ma soprattutto un libro per i curiosi. Una lettura scorrevole da effettuare anche a morsi e non necessariamente di corsa, visto che si tratta pur sempre di un resoconto storico e non di un romanzo.
Sicuramente una prova coraggiosa che spero sia vista di buon occhio dall’Accademia. Questa terribile tendenza a tenere alcune branche di studio recluse tra quattro mura impedisce alla nostra società di stimolare quella parte del cervello atta all’indagine e al continuo desiderio di scoperta. Finché gli studiosi saranno visti come avventurieri negli scavi o topi da biblioteca, tutti gli altri resteranno tagliati fuori da una dimensione che invece gli appartiene profondamente: quella delle proprie, antichissime, radici.
Alessia Pizzi