Walt Whitman e le sue poesie troppo immorali

O Captain, my Captain!

Molti chiamano Walt Whitman il padre della poesia americana. Ci fu un tempo in cui le sue poesie furono censurate perché ritenute immorali.

Padre della poesia americana e bardo della democrazia: così molti definiscono il poeta Walt Whitman (1819-1892). Viene tuttora amato e letto in America (e non solo). Pellicole come L’attimo fuggente hanno fatto conoscere al grande pubblico alcuni suoi versi (O capitano, mio capitano…). Ma la scalata all’Olimpo del poeta è stata tutt’altro che facile. C’è stato un tempo in cui la sua opera fu proibita.

La vicenda editoriale di Foglie d’Erba (che raccoglie l’opera omnia di Whitman) è molto complessa. Pubblicata in America nel 1855, dapprima comprendeva appena 12 poesie, senza neanche i titoli. Le edizioni successive (9 in totale) inglobarono nuove poesie, come quelle sulla guerra civile americana. Whitman continuò a lavorare al suo canzoniere fino al 1892, anno della sua morte.

Whitman nella copertina originale di “Foglie d’Erba”.

Critiche, attacchi violenti e insulti accompagnarono i componimenti fin dalla prima edizione. Un venditore dell’epoca definì il libro troppo sensuale. R. Griswald accusò Whitman di quel peccato orribile, innominabile fra i Cristiani, alludendo alla presunta omosessualità del poeta. La rivista inglese Saturday Review nel 1856 lo definì esageratamente osceno e consigliava ai lettori di dare il libro alle fiamme. Il Saturday Press tentò di istigare il poeta al suicidio. Il libro, inoltre, costò a Whitman il licenziamento dal Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti.

Tuttavia, oltre a insulti e critiche ci furono effettivi impedimenti alla vendita del libro. Alcuni furono informali (come a New York e Philadelphia), altri legalmente vincolanti (il caso di Boston). Le edizioni inglesi furono censurate fin da subito, con l’esclusione di diversi componimenti. Versioni censurate, poi, continuarono a circolare per i primi decenni del Novecento.

Ma cos’è che ha scatenato attacchi così violenti? Cosa ha spinto al bando e alla censura di “Foglie d’Erba”?

Per capirlo, bisogna indagare gli scopi programmatici della poesia di Whitman. La sua volontà sostanzialmente è quella di scegliere come soggetto la gente comune, di tutti gli strati sociali d’America. Ciò include lavoratori, ladri, schiavi e prostitute (un’edizione addirittura censurò la parola prostitute nel titolo di una poesia). Complementare a questo aspetto, poi, c’è l’intento di trattare tutti gli aspetti della vita umana. Non solo, quindi, quelli emotivi, spirituali, esistenziali, ma anche quelli fisici e materiali. In una delle poesie più celebri di Whitman, Song of Myself, si legge:

I am the poet of the Body,
And I am the poet of the Soul.

Io sono il poeta del Corpo,
E sono il poeta dell’Anima.

Durante la sua vita, molti (fra cui Ralph Waldo Emerson) consigliarono a Whitman di lasciare che si pubblicasse una versione censurata della raccolta. Pare che il poeta si sia rifiutato dicendo che i libri censurati sono i libri più sporchi di tutto il mondo. Poco prima di morire, tuttavia, acconsentì, solo come gesto di amicizia per Arthur Stedman.

Leggendo Whitman oggi, si ha un dovere, se non morale – si è visto a cosa può portare un discorso sull’immoralità –  almeno letterario: bisogna apprezzare quella poesia nella sua forma originaria e al tempo stesso serbare memoria delle sue vicissitudini. Solo così si può apprezzare pienamente l’opera del bardo d’America.

I believe a leaf of grass is no less than the journey work of the stars.
Credo che una foglia d’erba non sia meno di un giorno di lavoro delle stelle.

Davide Massimo

Davide Massimo
Sono nato e cresciuto a Roma, dove ho conseguito presso La Sapienza-Università di Roma una laurea triennale in “Lettere Classiche” e una laurea magistrale in “Filologia, Letterature e Storia del mondo antico”. La mia più grande passione sono i libri e la letteratura di ogni epoca e paese (non solo classica), le biblioteche, i manoscritti, i libri antichi e rari. Ho studiato teoria musicale e pianoforte per diversi anni. Tra le mie altre passioni ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema.

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