Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.
Oriana Fallaci
Scrivere di Oriana Fallaci è quasi un dovere. Come farlo in modo opportuno è tutt’altro paio di maniche. Sarà perché, oltre ad amarla come scrittrice, ogni anno festeggio il suo compleanno insieme al mio. E questo 29 giugno che ci unisce me l’ha fatta sentire sempre vicina, anche se ho potuto apprezzarla solo dopo la sua morte per una questione prettamente anagrafica.
Serve forse un pretesto per parlare di lei? Non c’è un’occasione particolare che mi porta a scrivere questo articolo (che, lo preciso, spero sia un articolo in divenire visto che naturalmente non ho letto tutte le sue opere), ma sentivo la necessità di condividere questa mia passione, specialmente con i più giovani, la generazione successiva alla mia (quella Z), che forse inizia a essere un po’ troppo lontana da Oriana.
Google e Social Networks
Secondo Google Trends, dal 2004 ad oggi, Google ha registrato tre picchi nelle ricerche per “Oriana Fallaci”. Il primo, purtroppo, a settembre 2006, quando è morta a causa di un tumore ai polmoni. E quindi forse questo articolo inizia alla rovescia, inizia dalla morte. Chissà perché com’è morto questo o quell’altro sia una delle ricerche preferite degli italiani su Google. Anche Google Suggest mi propone “Oriana Fallaci morte, causa morte” tra le ricerche suggerite, e poi sorrido leggendo “Oriana Fallaci marito” tra le ricerche.
Il secondo picco, non meno triste, a Novembre 2015, nove anni dopo la sua morte: fu dopo gli attentati di Parigi che ci fu il nuovo boom editoriale di Oriana Fallaci. Frasi, citazioni, aforismi. Questo è cercato di Oriana Fallaci, che è diventata un contenitore di saggezza da googlare. Le profezie di Oriana sono diventate addirittura una pagina facebook piuttosto seguita, che parla d’altro, però.
E poi ovviamente, l’argomento affine par excellence, “Islam” si accende su Google Trends. E quello “Scusaci Oriana”, parole alate su twitter che hanno dato vita ad un’apologia postuma.
L’Oriana, anche in formato serie tv
Ce n’è stato anche un altro di picco su Google Trends qualche mese prima, a febbraio 2015, quando la Rai ha mandato in onda L’Oriana, la miniserie interpretata da Vittoria Puccini. Ho tentato di guardare il primo episodio ma è stata davvero un’agonia. Una giornalista che ha fatto la guerra si trasforma in una bambola di pezza, ma quel che è peggio, la serie passa da un reportage all’altro, da un libro all’altro, senza mandare alcun messaggio.
Oriana Fallaci raccontata da Enrico Mentana
Probabilmente una delle ore più felici della mia esistenza, ma soprattutto il racconto più intenso su Oriana Fallaci. Enrico Mentana nel 2005, quando Oriana è ancora in vita e lotta contro il cancro, le regala un documentario davvero appassionato: Storia di un’italiana. E mette subito le mani avanti: non si faranno polemiche, che ce ne sono già troppe, e si tireranno fuori lati della scrittrice ancora sconosciuti, anche a chi la segue e la supporta.
L’ultima intervista prima di morire
“Sei un kamikaze, muori per uccidere”.
Oriana Fallaci
Oriana in lotta con l’alieno, il cancro ai polmoni, racconta che non si è fatta curare subito perché doveva finire di tradurre i suoi libri in francese e in inglese. Non era soddisfatta delle traduzioni fatte dal traduttore. La Sontag la accusò di essere stupida per avere perso tempo prezioso, ma lei rispose che i suoi libri sono i suoi figli. E che una madre, tra la propria salvezza e quella dei suoi figli… sceglie sempre quella dei suoi figli.
Chi era Oriana Fallaci, a modo mio
Oriana è stata una pioniera. Alle donne ha offerto un modello, volente o nolente, da amare e da odiare, un riflesso con cui confrontarsi, un fantasma che perseguita, rompiballe anche nella morte. Agli uomini ha mostrato un nuovo modo di essere liberamente donna. Alla società ha proposto un piccolo smacco, che ha radici ataviche e si estrinseca nelle espressioni epigrafiche attribuite alle donne antiche: mogli di, sorelle di, amanti di qualche uomo più famoso. “La nipote di Bruno“, ha invertito le correnti: ora è lui che viene chiamato “Lo zio di Oriana“.
Cosa leggere di Oriana Fallaci, secondo me
Ero solo una ragazzina, quando, sperduta tra le montagne marchigiane leggevo per la prima volta Lettera a un bambino mai nato. Non ricordo moltissimo di quel libro se non le emozioni che mi ha dato. “Questa penna mi piace”. Credo di aver letto quel libro perché me lo suggerì il fidanzatino dell’epoca, anche se mia madre più volte aveva provato a farmi leggere Un uomo, il libro dedicato al suo grande amore Alexandros Panagulis.
Lo racconta così il collega Maurizio Carvigno sempre su CulturaMente:
Un libro idilliaco e al tempo stesso crudo e spietato, nelle cui pagine scorrono vita, passione e disperazione. Un atto d’amore, stupendamente riassumibile in quella dedica iniziale, in quel “Per Te”, il tragico lascito per un uomo che nonostante tutto sconvolse la vita di Oriana, un dono per un amore bruciato troppo in fretta, che, tuttavia, vive nell’eternità dei Greci, in quel prolungato ed urlato “Alekos zi, zi, zi”, (Alekos vive, vive, vive), che riecheggiò il giorno dei funerali, scortando fedelmente il feretro di un uomo che non voleva essere altro che un uomo e che divenne un eroe, un esempio, un modello e che sapeva benissimo che “l’eterno Potere non muore mai, che cade solo per risorgere, uguale a se stesso, diverso solo nella tinta”.
Anni dopo avrei capito che l’Oriana che amavo era quella che raccontava la verità. Ammetto che come romanziera non mi ha fatto mai impazzire, ho provato a leggere Un uomo, ma non ci sono riuscita; ho letto Penelope alla guerra, il primo romanzo di Oriana, ma non ricordo quasi nulla. All’epoca facevo l’università. Ho ripiegato immediatamente su Se il sole muore e forse il vero e proprio innamoramento è iniziato da lì.
A 30 anni siamo un campo di grano maturo
Sarà che amo lo spazio e mi appassiona tutto quello che accade sopra di noi, ma la storia degli astronauti che devono andare sulla luna raccontata da Oriana Fallaci si guadagna il primo posto nel mio cuore. Perché, ovviamente, questo resoconto di missione va molto oltre la missione stessa. Diventa un’indagine sulla vita e quegli uomini, che oggi sono eroi, Oriana li racconta nella loro umanità. Una delle frasi più celebri di quel libro, sempre impressa nella mia mente, descrive quanto siano stupendi trent’anni secondo la scrittrice:
Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c’è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell’olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi.
Se il sole muore
Oriana Fallaci e le donne
Se l’innamoramento è arrivato con Se il sole muore, l’amore vero è legato a un libro forse meno noto, ma non per questo meno valido. Il sesso inutile. Oriana racconta la condizione femminile negli anni Sessanta: glielo chiede l’Europeo. Non so quanto ho pianto leggendo il passo in cui la giapponese saltella nel treno perché ha i piedi troppo piccoli per camminare, a causa delle fasciature imposte sin dalla nascita per rispettare un canone di bellezza. Ma questa è solo una delle scene che troverete in questo testo: Oriana descrive come la società rende fiere le donne di questi sacrifici.
Ci sono donne che si butterebbero nel rogo funerario del marito. E donne che sono onorate che la loro famiglia scelta per loro un marito. Sono punti di vista molto lontani da noi, che ci fanno pensare di essere superiori, emancipati. Ma Oriana tira su un altro velo di Maya, indagando anche la vita delle donne americane, in un Paese dove il matriarcato esiste davvero.
E come le riesce bene mettere in luce che è la nostra visione da Occidentali a ricercare in queste tradizioni orientali e medio-orientali la componente retrograda; come le riesce bene tirare fuori da questa indagine il senso della felicità se nemmeno le emancipatissime donne americane dell’epoca riescono ad essere felici.
E di quel libro porto con me una grandissima idea, che condivido a pieno: le donne non sono una fauna speciale, anche se spesso sono trattate come tale. Oriana non voleva proprio raccontarle come se fossero qualcosa di strano, e scriveva:
Per quanto possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola. Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico. Il padreterno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme, e dal momento che ciò può essere molto piacevole, checché ne dicano certi deviazionisti, trattare le donne come se vivessero su un altro pianeta dove si riproducono per partenogenesi mi sembra privo di senso.
Oriana Fallaci
E forse non è un caso che sulla sua tomba nel Cimitero Evangelico agli Allori di Firenze sia scritto “Oriana Fallaci. Scrittore”.
Il mio video intervento su Il sesso inutile
Guardavo su You Tube questa intervista con Ugo Zatterin che ironizza sul fatto che Oriana sia “cattiva” perché dice la verità. E sicuramente possiamo affermare che sia stata una penna molto criticata, forse da amare o da odiare. Sempre sul mio comodino, attende La Rabbia e l’Orgoglio, uno dei testi che forse l’ha esposta di più a causa della questione islamica. Mia madre mi ha sempre raccontato di quanto fosse criticata Oriana quando era in vita, mentre io ho assistito quasi ad una venerazione postuma.
Il graphic novel “Donne sul fronte”
Il Vietnam, l’America e l’anno che cambiò la Storia: questo è il titolo del graphic novel, a cura di Eva Giovannini, Michela Di Cecio, dedicato a Oriana Fallaci e uscito nel 2020 in edicola con Il Fatto Quotidiano. Per quanto io non sia una grande fan del genere, devo dire che l’ho trovato molto carino. Nella stessa collana sono uscite altre storie di giornaliste famose.
Libri postumi sul comodino
Sul comodino, da ormai qualche anno, attendono il momento fatidico anche “La luna di Oriana” e “Solo io posso scrivere la mia storia”. Rizzoli ha pubblicato molto su di lei negli ultimi anni, tutti libri postumi che sfamano la curiosità ritrovata nei confronti di una donna provocatoria, a volte incompresa, ma decisamente geniale.
Alessia Pizzi
La foto è di Alessia Pizzi per CulturaMente.
[…] primo articolo della serie l’ho dedicato a Oriana Fallaci, il secondo non poteva che essere su Saffo. Solo che, come spesso accade quando ho a che fare con […]