X-Men: Apocalypse, il ritorno dei mutanti

Ho sempre avuto il sospetto che, nella chiacchieratissima guerra tra Batman v Superman e Civil War, alla fine potesse vincere il terzo incomodo.

Non è l’ultimo cinefumetto che vedremo in questo 2016, ma sarà infatti difficile superare il livello di X-Men: Apocalypse, nuovo capitolo di una saga che, proprio come fosse un mutante, riesce a rigenerarsi e crescere film dopo film. Noi parliamo tanto di DC Comics e Marvel’s Avengers come fossero i capisaldi del genere, ma gli X-Men sono qui dal 2000 e tra ricasting, reboot, spin-off, sequel e prequel, hanno sbagliato pochissimo.
Cosa rende quindi X-Men: Apocalypse l’ennesimo asso vincente? Come è possibile che dopo 16 anni e ben 9 film ufficiale del canone, ancora non si conosca la noia? La risposta più semplice è da trovare nel talento del regista Bryan Singer, che non solo conosce la materia originale, ma ormai la respira, avendo dedicato metà della carriera a questo franchise. Anche quando il film pare dover deludere, con una sequenza iniziale farraginosa, o quantomeno kitsch, ci accorgiamo poi che in realtà Singer sta “semplicemente” fondendo il cinema più spettacolare alla narrazione da fumetto più classica.
Da buon sequel, anzi, ennesimo sequel, il film cerca di fare sempre di più rispetto al capitolo precedente: c’è più azione, ci sono più personaggi, più caos. Dove però altri film avrebbero deragliato, la difficoltà di gestire un marasma simile è oggettiva, X-Men: Apocalypse invece vince la sfida perché non perde mai di vista il focus principale del racconto: i personaggi e le loro peripezie interiori. C’è un gigantesco mostro blu che vuole distruggere il mondo, ma il film rimane pur sempre la storia di un gruppo di reietti della società che cercano di essere accettati dagli altri e talvolta addirittura da loro stessi. Tra la distruzione, tra i mostri mutanti, tra gli effetti speciali abbacinanti, il film mantiene una fortissima dose di umanità e una importante aderenza all’attualità sociale che non passa mai di moda. E poi quando ti puoi permettere il lusso di un simile cast, tutto è pure più facile.
X-Men: Apocalypse ci regala tanta azione, una ricca galleria di personaggi, l’abilità di presentare nuovi volti e farli fin da subito amare, un villain finalmente minaccioso e fino all’ultimo in grado di poter vincere, tanti agganci per chi conosce e ama i fumetti senza che diventino scene insensate per il pubblico normale, persino un cameo violentissimo che non ha timore di creare qualcosa di discutibile. E forse ora si apre l’ennesima rigenerazione del gruppo, e meglio di così non poteva essere introdotta: davvero, lunga vita agli X-Men.
Emanuele D’Aniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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