Indivisibili, due sorelle per una sola anima

indivisibili

In effetti, quante volte al cinema si è vista una storia di gemelli siamesi?

Già questo, è da solo un fondamentale elemento di originalità. Aggiungiamoci poi che Indivisibili è un film diretto da Edoardo DeAngelis, una delle voci più interessanti nel panorama del nuovo cinema italiano, e la gioia non può che essere enorme.

Indivisibili, che bando alle premesse dico subito meritava di essere le concorso ufficiale del Festival di Venezia e non in una delle sezioni collaterali, è la storia di due sorelle siamesi legate all’altezza del bacino, sfruttate da genitori ma soprattutto dalle credenze popolari: la storia infatti si svolge nella provincia napoletana, e le due sorelle sono credute addirittura creature miracolose, o quantomeno portafortuna, quando non sono portate in giro a cantare brani neo-melodici come fenomeni da baracconi.

Sacro e profano, insomma. O altre persone molto più ciniche direbbero fantastico e realistico, esattamente i due registri che il regista prova a mischiare nella sua storia.

Se nella prima parte infatti il film fatica a carburare è perché il mondo della provincia campana, con tanto di volti e corpi il più possibile lontani dai canoni estetici imposti dal gusto comune, è stato già ampiamente esplorato dal cinema recente, e quell’universo dialettale fa venire in mente Matteo Garrone e non qualcosa di nuovo. Quando poi finalmente DeAngelis si libera dalle ispirazioni, dalla sua terra, dai personaggi parodistici e da beghe familiari già sentite, Indivisibili finalmente prende il volo trasformandosi in una favola dark, una nuova versione di Pinocchio con i piedi ben piantati nel quotidiano, in cui c’è spazio per i desideri e un paese dei balocchi credibilissimo. Le due sorelle che vogliono fare l’operazione per dividersi e diventare in quel senso “donne vere” sono il cuore e la testa che trasporta l’intera vicenda.

L’aspetto emotivo è però sempre fondamentale, Indivisibili non diventa mai a tutti gli effetti un racconto onirico o fantastico, e l’elemento psicologico è ciò che fa la differenza: grazie anche all’interpretazione bellissima delle sorelle Fontana, bravissime nella prova di simulare l’unione “fisica”, capiamo la simbiosi totale di due sorelle che hanno due corpi ma un animo solo.

Con i suoi difetti e grossi pregi Indivisibili è una boccata d’ossigeno nel panorama del cinema italiano, un film che esplora temi importanti ma raramente affrontati mettendo lo stile in secondo piano rispetto all’umano.

Emanuele D’Aniello

Emanuele DAniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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