“Uccisa in attesa di giustizia” è il cortometraggio presentato da Doppia Difesa per condannare l’indifferenza dello Stato nei confronti delle denunce delle donne vittime di violenza.
Uccisa in attesa di giudizio è un cortometraggio presentato da Doppia Difesa in occasione della Festa del Cinema di Roma. Prodotto da Camaleo/Rhino in collaborazione con Mediaset, tratta la tematica tristemente attuale dell’Indifferenza dello Stato rispetto alle denunce di milioni di donne vittime di violenza.
I due attori principali, Ambra Angiolini e Alessio Boni, assieme a Giulia Bongiorno, mettono in scena una realtà dolorosa: la protagonista denuncia il suo compagno per le molestie subite ma, i giudici prendono il suo caso alla leggera. In questo modo, l’uomo è libero di agire liberamente e, alla fine, di uccidere la donna.
Il cortometraggio è un manifesto degli ideali portati avanti da Doppia Difesa. Se prima lo scopo era di spingere le donne a denunciare chi usava violenza contro di loro, il nuovo obiettivo è di spronare lo Stato a prevenire i femminicidi attraverso leggi adeguate e adeguata velocità d’esecuzione delle stesse.
Bisogna considerare le denunce come un “Codice Rosso”. La prevenzione è l’arma più efficace contro la violenza.
Giulia Bongiorno propone di portare le questioni riguardanti la violenza sulle donne a un livello di “Codice Rosso”. Basterebbe, infatti, agire prontamente per scongiurare parecchie tragedie. Basterebbe uscire dalla bolla della frigidità per far si che molte donne non debbano morire per mano di uomini che non sono degni di essere chiamati tali.
A tal proposito sono toccanti le testimonianze di due vittime di quello che Giulia Bongiorno definisce un “tradimento dello Stato”.
La prima a parlare è la mamma di Noemi Durini, la ragazza sedicenne uccisa dal giovane fidanzato. La donna, infatti, aveva presentato diverse denunce, tutte ignorate, prima che sua figlia andasse incontro al suo triste destino. Perfino la denuncia della scomparsa non era stata presa sul serio.
La seconda a testimoniare è Gessica Notaro, sfigurata dall’acido tiratole addosso da colui che un tempo diceva di amarla. Anche lei come la mamma di Noemi non è stata sufficientemente ascoltata e aiutata.
Entrambe avevano denunciato ripetutamente i loro aggressori. Entrambe sono state vittime dell’indifferenza di un sistema troppo indaffarato per poter perdere tempo a sentire le loro grida di sofferenza.
Scopo di Doppia Difesa diviene quello di aprire gli occhi a chi risulta ancora addormentato. Qualcosa deve muoversi, le leggi devono cambiare.
Mentre una brillante Michelle Hunziker, ospite della conferenza, esplicita un sentimento di ansia e di rabbia, Alessio Boni afferma che bisognerebbe sensibilizzare i giovani, riguardo questo delicato argomento. Questo pensiero è largamente condiviso dalla mamma di Noemi che ha deciso di istituire “la Casa di Noemi”. Un’associazione che avrà lo scopo di assistere i giovani e di educarli all’amore e al rispetto.
Dobbiamo unirci e dire basta. La prevenzione è la prima arma per poter combattere e sconfiggere ogni tipo di violenza. Non possiamo lasciare che l’indifferenza continui a mietere vittime.
Simona Valentini