“Sto pensando di finirla qui”: una poetica trasposizione di Kaufman

Sto pensando di finirla qui recensione film netflix
Sto pensando di finirla qui Fonte: Netflix

Immaginate di ripercorrere la vostra vita, come un treno in corsa le immagini sono sfocate. Il tempo rimbalza come una pallina impazzita. Immaginate di essere in un sogno, niente è come sembra. Guardate il mondo con i vostri occhi, ma il corpo è di uno sconosciuto.

Immaginate ora che nella vostra mente entri un visionario come Charlie Kaufman che inizia ad esplorare nei meandri dei vostri ricordi. Nudi emergono dalle tombe, cupi in viso si mescolano tra di loro confondendosi.

Immaginate…

“Sto pensando di finirla qui” è la frase che Lucy ripete continuamente nella sua testa durante il viaggio in macchina col suo ragazzo, Jake. Sono trascorse 6 o 7 settimane dal loro primo appuntamento e quel viaggio li condurrà dritti a casa dei “suoceri”. Un passo importante tradito dal monologo di Lucy: Sto pensando di finirla qui, ripete mostrando tutte le sue perplessità su quella scelta forse troppo azzardata.


Un pensiero può essere più reale, più vero, di un’azione. Puoi dire qualunque cosa, fare qualunque cosa, ma non puoi fingere un pensiero

 

I dettagli mostrano un loop esistenziale fatto di ossessioni e prigionia psicologica

Il film, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Iain Reidè, è un dramma esistenziale meraviglioso, profondo e intenso che punta tutta la sua forza sui dettagli.

Grazie alla regia di Kaufman – maestro dell’esistenzialismo nella cinematografia – lo spettatore è catapultato in questa storia onirica e visionaria. Accompagnato attraverso i ricordi, che si confondono e si fondono con una dimensione interna dell’essere umano, viene poi abbandonato sul “ciglio della strada” frastornato da mille domande.

Sto pensando di finirla qui è una pellicola che dilata, scena dopo scena, la sua essenza come una macchia d’olio. Si espande a ritmo del canto delle sirene, ammaliando lo spettatore, conducendolo lungo un labirinto senza via di scampo.

Sto pensando di finirla qui è una pellicola di difficile definizione che assume i toni cupi dell’horror e del noir senza mai sfiorare realmente il genere. Lo spessore narrativo, supportato da un background altrettanto imponente, richiede un grado di attenzione alto. Non sono ammesse distrazioni. Solo un occhio attento è in grado di tracciare le piccole sfumature e i dettagli che man mano il regista lascia intravedere, perchè ad ogni rivelazione corrisponde sempre un dettaglio.

Kaufman porta su Netflix una storia che affascina ma che al contempo angoscia e disturba lasciando lo spettatore in balia delle sue emozioni.

Una trama inafferrabile che punta su monologhi costanti interrotti da dialoghi. Presente e passato, realtà e aspettative disilluse confluiscono in una sola persona che assume mille sfaccettature.

Sto pensando di finirla qui è un monologo interiore che echeggia da una stanza ad un’altra

Un film complesso nato dalla mente geniale di Kaufman che gioca al gatto col topo con lo spettatore. Il regista parte dall’illusione/ideale intorno al quale ogni uomo costruisce la sua effimera felicità e la getta nel logorio della realtà simboleggiata dalla casa di campagna dei genitori di Jake. Il tempo inizia a disconnettersi in ripetizioni costanti, in immagini vuote e nei personaggi che mostrano un protagonista sempre meno stabile.

Ancora una volta il regista destruttura un ideale per spogliarlo della sua essenza, e lo fa abbandonando lo schema classico dei tre atti. Kaufman segue un percorso tutto suo fatto di strade deserte, colori cupi e frasi dette a metà. Una dimensione distorta come lo sono i vecchi ricordi dove tutto sembra non avere senso, soprattutto per uno spettatore abituato alla linearità. Un film che nella confusione di scene sfalsate, silenzi, vuoti e battute morte conduce ad un finale non tanto scontato mostrando una vita bloccata da catene immaginarie. Le stesse che Jake afferma di avere in macchina, quelle catene che lo riportano sempre a casa, lugubre, soffocante che lo desatellizza fino ad annullare la sua anima.

Angela Patalano

Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

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