Soul è il nuovo cartone animato firmato Disney Pixar, uscito a Natale. Queste festività natalizie sono state senza ombra di dubbio diverse dalle solite. Il coronavirus, oltre a farci vivere un intero anno ormai isolati e distanziati, ci ha fatto trascorrere un Natale atipico. Tuttavia, il cartone animato Soul è stato, quasi sicuramente, una dolce scoperta: un balsamo per l’anima e per lo spirito. Rappresenta quei piccoli regali inattesi che molto spesso la vita ci fa. E la vita lo fa, il più delle volte, proprio nei momenti in cui sembra quasi tutto perduto, in cui l’essere umano tende a voler mettere i remi in barca.
Soul non ci parla esclusivamente di anima, è la vita ad essere la vera protagonista.
Non poche critiche e recensioni si sono soffermate sul fatto che Soul non rappresenta lo standard classico del cartone animato per bambini. Molti hanno parlato di un cartone più adatto agli adulti. Io non mi trovo totalmente d’accordo con questa affermazione. Perché i bambini devono quasi essere “catalogati”? Perché proteggerli sempre e comunque in una sorta di bolla di sapone? La campana di vetro non è utile, anzi, molto spesso ha un effetto boomerang catastrofico sui più piccoli. È proprio dall’età dei bambini che si forgia la personalità ed il carattere degli adulti di domani. Anima, spirito, vocazione, talento, sentimenti ed emozioni sono tutti temi che i bambini necessitano di conoscere da subito. Non dobbiamo sempre pensare che rappresentino degli argomenti “per adulti”, dei “tabù”. Non è così… Ed il mondo della scuola, la società in senso ampio, devono essere pronti e prendere consapevolezza di questo. Ma senza troppe digressioni, senza troppe riflessioni che meriterebbero un approfondimento a parte, torniamo alla trama di Soul (per chi ancora non avesse avuto modo di vederlo!).
La trama
Il protagonista della storia è un insegnante di musica di scuola media di nome Joe Gardner. La sua unica passione che lo fa sentire vivo ha un solo nome: Jazz. Questa grande vocazione lo porterà, in modo del tutto accidentale, a lasciare il mondo terreno. La sua anima viaggerà in un’altra dimensione che lo porterà a scoprire sensazioni, emozioni, mai provate prima. È uno spazio lontano dal mondo terrestre: composto da anime perse (divorate dall’ansia e dall’angoscia), anime giocose, anime creative, etc.
Senza spoilerare troppo e senza andare troppo nel dettaglio della storia, possiamo dire che il protagonista incontrerà un’altra anima, dal nome singolare di “22”. È un’anima ribelle che, da secoli, fa di tutto per non nascere, convinta dell’inutilità ed insensatezza della vita. Non basteranno nemmeno tutor del calibro di Madre Teresa e Gandhi per superare la prova! Trovare la propria scintilla, quella luce che ci guida, non sarà poi così difficile, ma per lei sembra impossibile. Almeno fino all’arrivo di Joe Gardner.
Soul ci racconta il meraviglioso viaggio di questi due personaggi, a tratti metafisico e filosofico: apparentemente distanti, ma in realtà molto più vicini di quanto possiamo credere.
La cornice di Soul è sublime: musica, immagini, doppiaggi, sono il suo fiore all’occhiello.
Nel cartone Soul nulla è lasciato al caso. La città in cui si svolge la storia, New York, è frenetica, caotica, colorata e frutto di una fusione di popoli e culture diverse. È un melting pot di storie, avventure, passioni ed incontri. La voce dei personaggi non è da meno: Neri Marcorè per la voce di Joe Gardner, Paola Cortellesi per 22. La cornice musicale è stata realizzata per l’occasione da Trent Reznor e Atticus Ross. È proprio grazie alla musica che la parola trova forma, il complesso diventa semplice. La struttura narrativa dell’intero cartone si basa proprio sulla musica e sulle immagini. Queste ultime rafforzandone il significato ed il costrutto metaforico che ne è alla base.
Insomma, senza troppi giri di parole: Soul va visto. Ed una volta visto: o lo si ama o lo si odia.
Serena Cospito