Romeo e Giulietta: un amore tra gangster

Romeo e Giulietta: un amore tra gangster

E se Kenneth Branagh fosse William Shakespeare in terra, ora? Se fosse l’unico vero erede del meraviglioso drammaturgo inglese?

Perché la sua immensa conoscenza del Bardo di Stanford-upon-avon viene fuori ogni volta che ci imbattiamo in un suo lavoro. E’ così per la sua ultima “fatica”: Romeo e Giulietta, distribuito al cinema da Nexo Digital.

Siamo a Londra, al Garrick Theatre, e la sala è piena: ora spegnete i vostri telefoni (per tre ore non vi serviranno) e godetevi lo spettacolo. Sì, fate uno sforzo, anche se siete in un qualsiasi cinema italiano, entrate subito nella magia del teatro. Fate silenzio. Inizia ora la magica notte d’amore tra due adolescenti sfortunati perché provenienti da due casate nemiche.

E’ il 1880 e, in un atmosfera gangster, inizia la storia: due amanti veronesi si conoscono ad un ballo e, mentre Giulietta canta per suo padre, Romeo è già pronto a chiederle un amore eterno. Lei accetta perché folgorata da un loro bacio e così inizia il cammino verso la vita o la morte, dipende dai punti di vista. L’atmosfera è molto tesa perché Branagh ha voluto riprodurre la storia degli amanti in un periodo di tensioni pubbliche, ci sono i gangster in città e i nostri personaggi non hanno scampo ad un atroce fine.

La storia la conosciamo tutti, ma la vera innovazione del regista è lavorare su dei personaggi già ben scritti e lavorati da molti altri, per renderli unici. Così Branagh sceglie Derek Jacobi per interpretare Mercuzio, un uomo grande e saggio, un po’ come la figura di Mercuzio, sempre fuori dalle righe e grillo parlante di Romeo. Cinico da sempre, ha finalmente un’identità che gli rende giustizia, è l’unico ad essere anziano, anche più grande dei genitori dei ragazzi, proprio per voler sottolineare la saggezza del personaggio. In contrapposizione a lui, Frate Lorenzo è un giovanotto, ingenuo quanto i due protagonisti. La figura, che dovrebbe aiutare spiritualmente Romeo e Giulietta, si trova a combattere invece contro un destino avverso e non fa nulla di intelligente per aiutarli. Già queste due immense innovazioni rendono lo spettacolo accattivante. Per non parlare della bravura dei due ragazzi che interpretano gli amanti. Lily James e Richard Madden (già coprotagonisti in Cenerentola) hanno una chimica che li attrae l’uno verso l’altro, così il palcoscenico è la loro arena e l’amore il loro pretesto per avvicinarsi.

romeo e giulietta
Mercuzio, Romeo e Benvolio

 

Da contorno c’è Verona in un atmosfera di fine Ottocento, ma al momento del duello tra Mercuzio e Tebaldo non è la pistola la protagonista, bensì la spada, per richiamare il periodo seicentesco della storia. Il tutto per noi che lo vediamo al cinema è in bianco e nero, scelta anche questa intelligente: la storia è sviluppata come un fatto di cronaca perché con il tempo deve essere trasmessa per essere conosciuta da tutti, così come se attraverso un telegiornale di altri tempi ci venisse raccontato di:

due famiglie,nobili del pari, nella bella Verona,ov’e’ la scena, per antica rivalita’,rompono in una nuova lite,e il sangue dei cittadini imbratta le mani dei cittadini. Dai lombi fatali di questi due nemici toglie vita una coppia d’amanti avventurati ,nati sotto maligna stella ,le cui pietose vicende seppelliscono ,mediante la lor morte, la guerra d’odio dei loro genitori.”

Ed è sotto una maligna stella che ogni volta la storia inizia e finisce. Non c’è scampo per i due giovani se non una timida luce teatrale o cinematografica che ogni volta li avvolge e porta lo spettatore a commuoversi a fine spettacolo.

Ecco dov’è la maestria di un regista così artisticamente potente come Branagh, fa rivivere ogni volta storie già famose ma con uno stile unico che ci porta a dimenticare la vicenda, facendoci sorprendere durante lo svolgimento e piangere nel finale tragico, come se ci raccontasse la storia per la prima volta.

Elena Lazzari

Dopo aver conseguito il diploma di Psicopedagogico si è iscritta, senza pensarci due volte, alla facoltà di Lettere Moderne di "Roma tre". Da due anni il teatro è la sua seconda casa e oltre che praticarlo, ogni volta che può, è pronta a recensire uno spettacolo, cercando sempre di essere clemente e diplomatica con i suoi "colleghi" attori.

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