Mademoiselle Paradis, la sfortuna ci vede benissimo

Mademoiselle Paradis

Al mondo c’è chi, purtroppo, non può vedere. E poi c’è chi, soprattutto, non sa vedere.

Essenzialmente, Mademoiselle Paradis tocca tale prospettiva. Racconta la storia dell’omonima nobildonna, una ragazza non vedente ma dall’immenso talento per il pianoforte che alla corte viennese di fine settecento stupì tutti con le sue composizione, le quali oggi, anche tra gli appassionati di musica classica, si ricordano poco.

Non che sia passata inosservata, Mademoiselle Paradis. Probabilmente in quell’epoca, in quel mondo, data la sua condizione ed il suo talento era difficile non accorgersi di lei. Sono gli altri, appunto, quello che non vedevano o facevano finta di non vedere. E così, mentre la giovane pian piano prova a riacquistare la vista, si sforza di distinguere forme, luci e colori, gli altri attorno a lei sono quelli veramente ciechi.

Il conflitto di questo elegante ed intelligente film in costume è tutto qui. Una società che non apre mai gli occhi, che volge lo sguardo dalle differenze di classe, che non riesce a vedere oltre l’etichetta, oltre l’inutile e falsa forma in cui sguazzano, e per cui vanno incontro all’estinzione. Uomini e donne che in nome del’inutile non riesce mai a guardare oltre il proprio naso. Incluso il medico, che per quanto sembri provare un sincero affetto per la protagonista, è comunque più interessante a far bella figura con coloro che lo hanno sempre irriso.

Nel mezzo, una ragazza che non vede con gli occhi ma sa rimanere impressa in altri modi.

Nonostante la costruzione scenica assolutamente impeccabile, e la compostezza quasi algida degli interni, Mademoiselle Paradis è un film dal tormento interiore potentissimo. Ci mette di fronte la consapevolezza di non poter avere tutto dalla vita, estremizzando il concetto nella scelta tra il talento, sfruttato col sacrificio, e la vita normale, ma senza fama o soddisfazione. Cosa scegliere?

Il dubbio è ancora più travolgente grazie alla pazzesca prova di Maria Dragus. Questa giovane attrice romena è davvero impressionante non solo nel mondo esteriore con cui mostra la disabilità, ma soprattutto nella sua forza sentimentale di trasmettere la pesantezza della propria situazione, In ogni singola inquadratura, con lei in scena, il nostro cuore si spezza sempre più di un pezzettino.

Un film semplice ma dal grande impatto, nonostante la sua forma elegantissima. Una storia vera che merita di essere conosciuta, e ci fa interrogare molto più di quanto possiamo immaginare.

.

Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui