Noi siamo Tutto. Un film che insegna ad uscire dal proprio recinto

“Mi sento come un’astronauta bloccata nello spazio […] forse oggi sarà diverso”

Noi siamo tutto” (Everything, Everything) – nelle sale italiane a partire dal 21 Settembre – è un dramma romantico diretto da Stella Meghie.  Una pellicola basata sull’omonimo romanzo di Nicola Yoon.

Se foste affetti da una malattia che vi costringesse a vivere da reclusi in casa.  Nessun contatto con il mondo esterno. Le cose che tutti danno per scontate fossero a voi ignote: come il profumo dell’erba appena tagliata, il riflesso della luna nel mare o la salsedine sulla pelle. Immaginate ora che un giorno qualsiasi, nella routine quotidiana, tutto cambia.

In “Noi siamo tutto”  Maddy (Amandla Stenberg) è una  neo diciottenne affetta da una malattia che la costringe a vivere in un ambiente sterilizzato. Non conosce cosa ci sia al di là della porta di casa sua, se non ciò che vede dalle finestre. Non può incontrare nessuno, le sue conoscenze sono limitate a tre persone: sua mamma Pauline; la sua infermiera Carla e Rosa, la figlia di Carla.

Noi siamo TuttoTutto questo fino a quando non incontra Olly (Nick Robinson), il suo nuovo vicino.

Una storia travolgente, fresca, adolescenziale, senza eccessive pretese. Una trama che sa tenersi in volo senza mai andare in stallo e precipitare nella banalità.

“In 17 anni non sono mai uscita di casa. Quando parlo con lui, mi sento come se fossi fuori.”

Quello tra Maddy e Olly  è un romanticismo che vi terrà incollati allo schermo per tutta la durata del film, facendovi desiderare di rivivere la magia del primo amore. Una trama studiata per rimandare lo spettatore a quelle emozioni che da adolescenti,  in un certo qual modo, abbiamo sperimentato. Il desiderio impellente del primo bacio, il primo contatto fisico, il voler sentire il suo respiro  sulla pelle.

Un dramma romantico che si distacca dal solito romanzo rosa

“Non sono una principessa!
Bene. Perché io non sono un principe.”

Un semplice scambio di battute che sollevano lo spettatore. Distolgono l’attenzione dal cavallo bianco che finalmente cade in una pozzanghera piena di fango, facendo tirare un sospiro di sollievo a chi temeva già il monologo sul “ti amo quanto ti amo”.

Noi siamo TuttoSiete disposti a saltare nel vuoto per amore? A donarvi gratuitamente? A morire? In fondo chi ha detto che rincorrere la felicità sia qualcosa di semplice. Ci vuole coraggio per essere felici! Maddy questo lo sa e per farlo è disposta a rischiare la propria vita.

Un romanzo per nativi digitali ma che strizza l’occhio anche a chi con la tecnologia non è cresciuto.

Sono pochi gli adattamenti cinematografici che funzionano e Stella Meghie c’è riuscita in pieno. Un film in cui realtà e immaginazione si fondano. Lo spettatore farà da subito l’abitudine ad un “back and forth” dimensionale, accompagnato dal suono della chat che attiva la fervida immaginazione di Maddy.

E’ una storia in cui la tecnologia non è un nemico, ma lo strumento che rende possibile varcare quel confine imposto dai paletti umani.

Come affermato dalla protagonista, i personaggi “si innamorano attraverso le pareti di vetro della sua casa, scrivendosi messaggi e comunicando via internet…”

I requisiti per diventare un vero cult tra gli adolescenti (target principale) ci sono tutti, ad esempio  l’amore adolescenziale, l’amore malsano di un genitore; la desatellizzazione che ti spinge a fare un salto nel vuoto e tagliare definitivamente quel cordone ombelicale che infondo, nessuna mamma è disposta a tagliare del tutto.

Dettagli, Dettagli e  ancora Dettagli

Un’esplosione di luce e colori pastello invadono fin dai primi secondi la scena.  Un susseguirsi di ambientazioni che oscillano tra il verde del giardino, l’azzurro del mare, la luce del giorno e il bianco della seta.

Un mondo dai colori tenui che si scontrano con i colori di Olly. Un distacco cromatico tra i personaggi  volto a sottolineare il contrasto.

Qui i dettagli hanno la potenzialità di guidare lo spettatore in un viaggio introspettivo nella personalità di Maddy.

Non sempre è facile trasmettere cambiamenti ed emozioni in assenza di parole o espressioni, eppure la regista ci riesce perfettamente.

Ad esempio, l’attenzione per i colori del guardaroba di Maddy che minuto dopo minuto mutano da un asettico bianco a tinte pastello. Un dettaglio che evidenzia le emozioni vive, come la felicità che la protagonista sperimenta. Oppure pensiamo all’inquadratura ferma sulla schiena che lentamente diventa nuda. La pelle d’oca della protagonista parla da sola: paura, ansia, frenesia, il desiderio, l’imbarazzo. sta a voi mettervi in ascolto ed essere attenti.

Noi siamo Tutto

Una parete di vetro come metafora agli ostacoli. E tu quanto sei disposto oltrepassare i confini?

“Devi rischiare tutto per amore”

Questo insegna Maddy, che spesso la felicità è al di là del vetro. Ci lasciamo imprigionare dal pensiero che tutto quello che ci è stato trasmesso per anni sia vero e lasciamo che  condizioni il nostro presente. Il rischio? La paura prenderà il sopravvento. Ed invece la protagonista ci insegna ad essere più forte delle nostre paure, dei nostri limiti. Ci insegna ad attuare una sana disobbedienza, uscendo dal recinto delle proprie sicurezze.

Angela Patalano

Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

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