Moonlight, la delicatezza dei sentimenti nell’America del degrado

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Moonlight, la delicatezza dei sentimenti nell’America del degrado

Festa del Cinema Roma: Il sentimento che in Moonlight si nutre di se stesso per scoprirsi insopprimibile.

Titolo: Moonlight
Anno: 2016
Durata: 110’ mins
Genere: DrammaticoRegista: Barry Jenkins
Cast: Mahershala Ali, Naomie Harris, Trevante
Rhodes, André Holland, Janelle Monáe

L’America Nascosta

E’ la vicenda umana del piccolo Chiron della sua sopravvivenza affettiva, sostenuta soltanto da rari e inaspettati appigli di solidarietà. È una fotografia dell’altra America, quella che non interessa a nessuno, nemmeno ai terroristi o ai candidati al congresso affamati di voti. Dietro la faccia glamour vista mare, Miami mostra il segno del degrado sociale in cui droga e prostituzione sono il pane quotidiano, un mondo senza aspettative dove il concetto di famiglia è una casualità o rimane solo un’idea. La scena che mette a confronto l’amico spacciatore con la madre di Chiron, mostra in tutta la sua povertà il contorto codice morale di una società senza speranza. Ma come un fiore che sboccia tra le macerie anche il sentimento può nascere ovunque cercando la sua via verso la luce. 

Reportage Sociale

Un affresco di vita reale degli USA, reso alla perfezione e senza inutili orpelli dal regista Barry Jenkins. Ottima la  sceneggiatura che offre il suo contributo liberando la storia da ridondanze, mantenendo il film sul binario del realismo più puro senza scivolare verso la banalità. Anche la violenza è resa nel giusto, quanto basta a contestualizzare l’ambiente senza concessioni all’eccesso. Gli interpreti danno tutti una grande prova a partire da Trevante Rhodes, che interpreta l’età adulta del protagonista rendendone plausibile il contrasto tra fisicità e dimensione umana. Ma ogni interpretazione si incastra perfettamente intorno a quella del protagonista senza stridere, dall’uomo incontrato inizialmente fino a Kevin, l’amico di una vita.
Anche i personaggi minori danno un contributo significativo nel rappresentare la globalità del contesto ambientale, come il compagno di scuola rasta, che incarna le modalità di affermazione sociale della maschilità attraverso il bullismo e la vessazione, secondo i canoni in uso in quella bolla sociale. Sarà proprio lui a scatenare l’istinto di sopravvivenza di Chiron, che continuerà però lo stesso a cercare la sua luce ma attrezzandosi per la vita in maniera diversa. Tecnicamente il film soddisfa da ogni punto di vista, le atmosfere richiamano quelle del reportage sociale, mentre il profilo colore dai toni smorzati rafforza l’idea di un contesto decadente.
La storia non ha ne buchi ne cadute di tensione e procede nei giusti tempi fino alle scene finali. Qui la fotografia raggiunge il suo punto più alto, regalando ai volti dei protagonisti un’espressività che permette al dialogo di limitarsi all’essenziale,  sostenendosi quasi completamente sulla forza delle inquadrature.
Bruno Fulco
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

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