Il genio e la follia sono due parenti strettissimi, anzi, due facce della stessa medaglia, non lo scopriamo certo ora.
Ciò che però conta sapere è che la gestione dei due aspetti, e soprattutto il dominio dell’uno sull’altro, dipende da molti fattori esterni. Love & Mercy racconta la bizzarra storia di Brian Wilson, fatta di successi e ombre devastanti, ed esplora come l’impossibilità di gestire il genio e la folla possa portare alla distruzione di un talento enorme.
L’incredibile numero di biopic musicali finora realizzati quasi compone un sottogenere cinematografico a sé stante, ma finora tra i grandi artisti arrivati al cinema non c’è mai stato Brian Wilson, fondatore e mente creativa dei Beach Boys, uno dei più grandi gruppi degli anni ’60. Il rischio più grosso era quello di realizzare un biopic standard, classico sia nella linearità della narrazione sia nella cronologia degli eventi, ma la vita di Wilson non è mai stata lineare e il suo racconto non lo meritava: il regista Bill Pohlad e lo sceneggiatore Oren Moverman (uno che ha scritto pure Io Non Sono Qui, quindi di biografie non convenzionali su musicisti se ne intende) hanno approcciato la materia senza convenzioni, senza punti fermi, quasi provando ad entrare, eviscerare e poi mostrare brutalmente al pubblico i torbidi labirinti di una mente geniale ma al tempo stesso ferita. Wilson è interpretato da giovane da Paul Dano, e nella maturità da John Cusack, con i piani temporali che si sovrappongono continuamente senza criterio, proprio per far perdere punto di riferimento allo spettatore, e con i vari progressi della malattia mentale che assorbono tutto ciò che trovano.
Un comune denominatore tra le due fasi temporali però c’è: la figura paterna. Parlando all’inizio della gestione di genio e follia, il film ci ricorda che a disintegrare il talento di Wilson è soprattutto il costante conflitto col padre da giovane, una figura ancorata al passato che non ne ha mai capito le qualità a fondo, e col dottor Landy da adulto, un truffatore che ha letteralmente prosciugato ogni sprazzo di vera vita.
Love & Mercy è una straziante indagine psicologica che non diventa mai pesante, o troppo drammatica, grazie allo sfondo colorato e musicale degli anni ruggenti dei Beach Boys (il lavoro sul sonoro e l’intensa interpretazione di Paul Dano sono la ciliegina sulla torta) e grazie alla speranza incarnata dal personaggio di Elizabeth Banks. Dopotutto come detto conta la gestione della malattia, e circondarsi di musica e amore, che per una figura come Brian Wilson sono essenziali, è un aiuto inestimabile.
Emanuele D’Aniello