Non ho mai letto la saga letteraria de La Torre Nera, e sinceramente lo ritengo un bene approcciandomi al film.
Con gli adattamenti, soprattutto quando si conosce a menadito l’opera originale, si cade sempre nella trappola di non giudicare più il film in sé, ma analizzarlo solo e soltanto in rapporto alla fonte. Fare un paragone più che una recensione, insomma. Un rischio che, probabilmente, sarebbe ancora più grande considerando quanto sono accaniti i fans di Stephen King. E quanto, in questo specifico caso, la saga de La Torre Nera rappresenti il punto focale nella carriera dello scrittore di Bangor, nel Maine.
Ma, seppur la visione totalmente vergine possa aiutare non poco, è il film stesso a richiamare alla mente la fonte originale. Non perché il film del regista danese Nikolaj Arcel voglia assomigliare ai libri, anzi è l’esatto opposto, e anche in termini di storia raccontata cerca di allontanarsi il più possibile. Ma perché, semplicemente, vedendo questo filmetto non si capisce come sia possibile che per anni milioni di persone si siano innamorate di tale saga.
È davvero questa la storia che ha creato ben 8 libri e milioni di appassionati? Davvero è questa la miglior visione cinematografica possibile immaginabile de La Torre Nera? La risposta è facilissima: no.
Davanti ai nostri occhi adesso abbiamo una classicissima e più che innocua storia d’avventura fantasy per ragazzi. La storia di un adolescente, con poteri più grandi di quanto possa immaginare, pedina nell’eterna battaglia tra bene e male. Un film che non ha mai un secondo piano di lettura tematico o metaforico, è esattamente quello che si vede sullo schermo e nulla più. Non riuscendo mai a raggiungere, inoltre, la purezza o la forza magnetica dei veri film di genere. Semmai, nella sua totale assenza di complessità, semplifica, accorcia, asciuga e banalizza ovunque può.
Lo fa a livello narrativo, presentando una vicenda fatta e finita in un battito di ciglia, saltando ogni ostacolo con irrisoria semplicità e risolvendo l’intreccio prima che possa creare un senso di pericolo nello spettatore oppure porre domande. Lo fa anche nella caratterizzazione dei personaggi, buttati nella mischia totalmente a caso e senza alcuna costruzione, o riaggancio in corso d’opera, della loro apparentemente eterna battaglia. Sprecando così, oltretutto, il carisma e il talento dei suoi due protagonisti. E come se non bastasse lo fa pure a livello visivo, diventando forse il blockbuster moderno con meno ambizioni a livello di regia mai visto.
È assai stridente adesso provare a dire che La Torre Nera si lasci comunque vedere, soprattutto per un pubblico di ragazzi. Ma ad un occhio più attento, o quantomeno più esigente, si coglie nella scorrevolezza l’insidia della superficialità.
Insomma, un film godibile ma così innocuo da diventare pian piano inutile. Un film piccolo, da qualunque lato si voglia intendere tale definizione. In cui la volontà di allontanarsi il più possibile dalla fonte originale per oggettive difficoltà di adattamento, che in altri casi sarebbe apparsa scelta saggia e coraggiosa, qui diventa il difetto più evidente. Dopotutto l’aver preso una famosa serie di romanzi per tirare fuori il nulla più assoluto è difficilmente digeribile sia dagli amanti dei libri sia da chi vorrebbe sedersi al cinema e gustarsi semplicemente un bel film. E questo, come avrete intuito, non è purtroppo il caso.
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Emanuele D’Aniello