Andrea Bocelli, un artista di fama internazionale. Un uomo che ha una voce che sa toccare le corde più profonde dell’anima fino ad emozionare. Un talento che è un vero e proprio dono divino.
E’ il 1992, Zucchero sta collaborando con Pavarotti eppure ad attirare la loro attenzione è un giovane toscano. Bocelli viene contattato per una collaborazione, da qui in poi la sua scesa è stata inarrestabile.
In 25 anni di carriera, 25 anni di successi e vittorie. Ma quanto si conosce della sua vita privata e del percorso che ha condotto Bocelli da Lajatico, paese della campagna toscana, oggi?
Nel film scritto e diretto da Michael Radford (già regista de “il Postino” e il “Mercante in fiera”), tratto dall’omonimo libro del 2010. Prodotto da Picomedia e Ambi Group in collaborazione con Rai Fiction, si intitola “La musica del silenzio”. Nelle sale cinematografiche solo per tre giorni, 18-19-20 settembre, quale evento speciale. Presto vedremo la pellicola in tv anche se non sono stati resi ancora noti i dettagli circa la data d’uscita.
Un cast eccezionale con la splendida e talentuosa Luisa Ranieri nelle vesti della madre; con la straordinaria partecipazione di un quasi irriconoscibile Antonio Banderas, il maestro di canto e ancora; Ennio Fantastichini, lo zio di Amos e Toby Sebastian, attore britannico, a cui è stato affidato il ruolo da protagonista, Amos Bardi.
Un biopic ispirato alla vita del tenere toscano che va oltre le aspettative. Una pellicola che risucchia lo spettatore in un vortice di emozioni e verità da cui non si può scappare
Spettacolo delle 16, una sala completamente vuota, 3 persone in tutto. Le premesse per un film terribile c’erano proprie tutte. Temevo che quelle due ore sarebbero state le più lunghe della mia vita. Eppure, sono bastati poco meno di 30 minuti per attirare la mia attenzione, trasformando quel film in una pellicola che sa toccare i tasti giusti dell’anima. Non c’è scampo, in un modo o nell’altro lo spettatore si riflette in esso.
Le fatiche dietro il successo di una delle voci più straordinarie nostrane. Una testimonianza di vita da cui tutti dovremmo imparare.
Il film inizia con un cameo – già preannunciato tempo fa, circa nel 2000 – del grande artista italiano. Pochi minuti in bianco e nero mostrano un Bocelli ai giorni nostri. Mancano pochi minuti allo spettacolo, un tempo sufficiente per buttare giù qualche riga della sua biografia. Un incipit che ha la funzione di introdurre il suo alter ego per il quale utilizza lo pseudonimo Amos Borghi.
Chi ha detto che rincorrere i propri sogni sia qualcosa di semplice? Nulla di più complicato. Un percorso pieno di ostacoli, delusioni, sacrifici e lacrime.
Una proiezione che fa leva su situazioni comuni a molti giovani. La frustrazione di essere li fermi in pianta stabile, arrancando sotto il peso e la tentazione che nulla si sta muovendo. Ma anche un’importante lezione di vita, non lasciare che siano gli altri a definire chi sei.
Un invito a non rassegnarsi davanti alle difficoltà. Davanti ai NO. Davanti a chi ti dice che non sei abbastanza, che non sei all’altezza. Un film che si concentra non sul rincorrere il successo, ma su pezzi di vita quotidiana, tra la malattia e le difficoltà di un giovane Amos nell’accettare (inizialmente) il suo stato, sul primo amore e un percorso che non sembra decollare.
Per comprendere l’essenza del film bisogna andare fino in fondo, solo cosi si ha contezza della sua reale portata ed il messaggio ad esso sotteso: amare la propria vita così com’è. Farne un capolavoro, un’opera straordinaria, coltivando quel piccolo seme messo nel nostro cuore fin da quando eravamo bambini.
La musica del silenzio ti dà la forza di credere nei sogni e sperare contro ogni speranza.
Una pellicola che brilla per l’accuratezza nel trasmettere i sentimenti di chi decide di investire sui propri sogni, sottolineando che non sono stati messi lì per caso. Sta a noi decidere se dar voce ai desideri del cuore o lasciare che le scelte degli altri ci convincano a seguire una strada anziché un’altra.
“Niente è lasciato al caso. Tutto è già stato deciso da Colui che veglia sempre su di noi. La vita è un’opera d’arte, e non bisogna mai arrendersi”.
La musica del silenzio è un film che fa verità, insegnandoci che nella vita il caso non esiste. Possiamo maledire quella situazione, quella malattia, quel lutto. Ma tutto concorre al bene in un modo o nell’altro. Come lo stesso protagonista afferma nel film, nella vita non bisogna avere paura, ma continuare a coltivare i propri desideri ed essere tenaci solo cosi, con fatica, l’impossibile diventa possibile.
Le
“La disciplina del Silenzio giova alla voce ma di più allo spirito”
Un insegnamento profondo sull’importanza del Silenzio quale strumento per conoscere se stessi ed imparare a discernere i propri desideri, decisioni e scelte ma soprattutto a fare verità sui pensieri e situazioni che ci abitano dentro.
Angela Patalano