Nella vita non sai davvero mai chi puoi incontrare. Per questo, non bisogna mai farsi sfuggire l’occasione di essere gentili. Oppure, è meglio evitare di elargire eccessiva generosità.
L’Incredibile Vita di Norman è un film che non ha paura di giocare con le mezze misure. Esattamente come fa il suo protagonista, un ciarlatano di professione, un uomo che stringe mani, tesse rapporti, racconta bugie, parla, telefona, aggiusta, millanta. Sempre in maniera discreta e silenziosa, come se si intrufolasse in un angolo prima di tornare nell’ombra da cui proviene.
Probabilmente da noi in Italia una simile figura la chiameremmo faccendiere. Quella figura che, mai in primo piano, ha mani dappertutto e tiene le fila del vero potere. Sempre lontano dalle luci della ribalta, ovviamente. La differenza però tra il prototipo classico e ciò che ci mostra il film è la finalità: il faccendiere mira al potere, e al mantenimento di esso, Nornam no. Il nostro protagonista, alla fine, vuole solo essere riconosciuto, solo essere apprezzato, solo poter risultare decisivo.
Non ce ne siamo accorti, ma forse tutti noi abbiamo conosciuto un Norman.
Lo scarto emotivo e tematico tra la realtà e il film sta tutto qui. La forza del lavoro del regista israeliano Joseph Cedar è quella di condurci, pian piano, nel mondo di Norman. Imparare a capirlo, a leggerlo, a stimarlo, addirittura a volergli un po’ di bene. Norman non fa mai il doppio gioco, e solo così può nascere un sentimento sincero.
Il suo problema, semmai, è l’incapacità di fermarsi. Non capire quando è troppo, non cogliere il momento in cui dire una bugia o una parola in più è inutile e persino dannoso. In questo Cedar inquadra l’essenza dello spirito ebraico del suo personaggio. Nel perpetuo movimento di Norman, nel suo continuo arrabattarsi da una situazione all’altra, si coglie l’esigenza della convalida culturale, il bisogno di fare del bene incondizionato per guadagnarsi di volta in volta l’approvazione di Dio.
Inserendo così, con estrema arguzia, la doppia lettura del discorso politico: L’Incredibile Vita di Norman indaga sui compromessi necessari alla base del potere, su come una lunga catena di favori faccia crescere il consenso, sul modo col quale il potere si annidi nei personaggi e negli scenari più attesi. E ovviamente, di fronte a tali leggi non scritte vecchie quanto il mondo, anche le amicizie più sincere sono sacrificabili sull’altare della conservazione umana.
È rimarchevole la capacità di Cedar di inserire tutti questi sottotesti nel suo film.
Così come è vincente l’interpretazione di Richard Gere, che col suo mimetismo fisico e l’aria sempre umile, sempre onesta, mai serena, riesce a creare un personaggio fortemente empatico che si muove al confine tra il patetico e il commovente.
L’Incredibile Vita di Norman è una comedy thriller, se passate l’espressione. Non sta fermo un momento, ha la giusta dose di suspense e urgenza per colpire, e fa sorridere per quanto la situazione diventi via via sempre più tragicomica e quasi assurda. Senza perdere mai di vista l’elemento umano, ovviamente. Insomma, è un piccolo gioiello che merita di non essere facilmente dimenticato.
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Emanuele D’Aniello