I Predatori dell’Arca Perduta, che l’avventura di Indiana Jones abbia inizio

indiana jones

Titolo originale: Raiders of the Lost Ark
Regista: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Lawrence Kasdan
Cast Principale: Harrison Ford, Karen Allen, John Rhys-Davies, Denholm Elliott
Nazione: USA
Anno: 1981

Oltre 35 anni fa, il 22 ottobre 1981, usciva nelle sale italiane I Predatori dell’Arca Perduta.

Nato come film su commissione (George Lucas affidò la regia all’amico Steven Spielberg per farlo riprendere dopo il flop clamoroso della commedia 1941: Allarme a Hollywood) in pochi potevano immaginare di trovarsi di fronte il miglior film d’avventura di tutti i tempi, un cult destinato ad ammaliare generazione e generazioni di fans, influenzare cineasti e generare uno spaventoso successo di pubblico e critica. George Lucas alla produzione, Steven Spielberg alla regia, Lawrence Kasdan alla sceneggiatura, Harrison Ford davanti alla macchina da presa, una trama esaltante e personaggi mitici: una ricetta che ha fatto la storia del cinema.

Il primo capitolo della saga di Indiana Jones è un trionfo di generi. Si collega ai film d’avventura del passato e mostra al tempo stesso azione, romanticismo, ironia. Crea un autentico catalogo di scene da mandare giù a memoria, quelle poche volte che il ritmo infernale del film ci permette di prendere fiato. Non è un vero film, ma la proiezioni dei sogni e delle fantasie fanciullesche dei realizzatori, capaci di portare sul grande schermo i racconti letti e divorati nell’infanzia. Come per magia, tutto funziona. Ambientare la storia negli anni ’30 permette agli autori di sbizzarrirsi nel creare scene d’azione e d’inseguimento, liberi di non farsi imbrigliare nella modernità dei giorni nostri.

Inoltre, serve su un piatto d’argento la possibilità di mostrare i migliori cattivi possibili: i nazisti.

Non c’è bisogno di costruire chissà quale personaggio o sfidare gli stereotipi, i nazisti sono nazisti, indottrinati fino al midollo. Si fanno odiare facilmente e non hanno nemmeno una venatura di buonismo. La ricerca dell’Arca dell’Alleanza, la mitica cassa d’oro che conterrebbe, secondo la tradizione, le Tavole della Legge consegnate da Dio a Mosè durante l’esodo dall’Egitto, è probabilmente insieme al Sacro Graal (non a caso utilizzato nel terzo film della saga) il rompicapo più spinoso e leggendario per gli storici di tutte le ere, da secoli a questa parte cercata in tutto il mondo. Trovate un altro elemento che contribuisca così tanto al fascino della storia non è facile.

Ma ovviamente a vincere su tutto sono i personaggi. Indiana Jones non è un cavaliere senza macchia e paura, non è nemmeno una macchina da guerra tutta muscoli, ma un professore di archeologia che nel tempo libero viaggia in giro per il mondo a cercare i reperti più rari. Ha le sue manie, debolezze, i suoi difetti, un carattere particolare, una personalità complessa. Saprà maneggiare una frusta come pochi altri, ma non è certo infallibile come James Bond. Per questo gli spettatori lo adorano e simpatizzano facilmente con lui, i più spericolati potrebbero addirittura immedesimarsi. Il volto di Harrison Ford, probabilmente qui alla miglior prova della carriera, diventa un unicum indistinguibile dal personaggio.

Marion ugualmente è il personaggio femminile che non ti aspetti. Non è la solita dama in pericolo, ma una ragazza tosta che se vuole sa farsi valere da sola. Sicuramente una delle prime evoluzioni nelle figure femminili del genere.

Come detto, e ancora oggi è così, il fatto che film tutto funzioni pare qualcosa di magico, straordinario.

Il ritmo è fenomenale, ogni scena è legata da una meticolosa costruzione dell’arco narrativo, ogni azione ha una conseguenza. Pur nell’assurdità della ricerca e dei risvolti, la trama diventa pian piano sembra più coinvolgente e credibile. L’azione, l’ironia, le emozioni, permettono alla storia di diventare molto più di un semplice prodotto d’avventura e intrattenimento.

Vogliamo parlare delle scene? In decine e decine di film, serie tv e perfino prodotti d’animazione, le scene sono state citate, omaggiate, copiate, parodiate.

La sequenza iniziale è uno dei migliori e più entusiasmanti incipit nella storia del cinema, il solo masso rotolante è diventato un’icona, la fuga in aereo un cliché del genere da questo momento in poi. Il leggendario duello nella città nel deserto, in cui dopo aver assistito ad una lunghissima esibizione di abilità del suo nemico Jones decide di sparargli e con un solo rapido colpo lo abbatte, è stato riproposto centinaia di volte nei film successi, e rimane tuttora un marchio di fabbrica. C’è una delle più spettacolari scene d’inseguimento mai realizzate, senza le macchine rombanti di Bullit o il montaggio assassino di Il Braccio Violento della Legge. O il momento finale, in cui l’Arca finalmente in possesso delle autorità viene posta in un magazzino segreto, come fosse una scartoffia qualunque, in mezzo a chissà quali altri misteri che gli uomini comuni non conoscono.

Una gloriosa esperienza, un tuffo nell’avventura pura, un vertiginoso viaggio a suon di fanfara. Indiana Jones, a oltre trenta anni di distanza, non è invecchiato di una sola virgola. Un film che mantiene intatto il proprio spirito, che è poi l’essenza del cinema, voglia di sorprendere e liberare la fantasia. Cappello, giaccia di pelle e frusta, e tutto ciò si può realizzare. Ma mi raccomando, sempre attenti ai serpenti!

 

3 motivi per vedere il film:

– La storica colonna sonora di John Williams, un tema immortale che esalta lo spettatore fin dalle prime note ed è diventata praticamente un altro protagonista del film.

– Riscoprire un film che rielabora tutto il genere d’avventura precedente e diventa modello per tutto quello successivo.

– Ricordarsi che i nazisti sono il peggio del peggio.

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Quando vedere il film:
– Il pomeriggio, perché le avventure meritano più luce possibile per esaltarsi.

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Emanuele D’Aniello

Emanuele DAniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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