“In Dubious Battle”, il coraggio degli ultimi e le occasioni mancate

In dubious battle

“In Dubious Battle”, film di e con James Franco nelle sale italiane dal 7 settembre, è tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck.

Presentato al Festival di Venezia del 2016, nella sezione “Cinema nel giardino” la storia è ambientata nella California del 1933, in piena Grande Depressione. Gli attivisti politici Mac (James Franco) e Jim (Nat Wolff) si infiltrano tra i braccianti raccoglitori di mele. Il loro scopo è convincerli a scioperare e lottare per il riconoscimento dei loro diritti.

In italiano sia il sottotitolo di “In dubious Battle”, “Il coraggio degli ultimi”, sia il titolo del romanzo tradotto come “La battaglia”, non rendono il coraggio della narrazione di Steinbeck. Nell’opera, infatti, si mettono in discussione tutte le parti in causa (padroni, lavoratori, attivisti) al di là delle convinzioni politiche dell’autore.

Il film di James Franco già in questo tradisce un po’ il romanzo, non riuscendo a rendere pienamente questo equilibrio tra le forze. D’altronde, è un film corale e non  sempre è facile, in questi casi, delineare in maniera efficace tutti i personaggi. Non tutti sono abbastanza caratterizzati.

In dubious battle
In dubious battle

Pur essendo ambientato nell’America degli anni ’30 del secolo scorso, la storia è sempre attuale: le violenze dei datori di lavoro contro gli operai; la resistenza dei lavoratori in sciopero; il ruolo a tratti ambiguo, non trasparente degli attivisti. Il film, come il romanzo, descrive le fasi di uno sciopero che si prolunga nel tempo.

Al 28° giorno gli animi sono logorati, le motivazioni sono messe a dura prova dalla fame e dagli stenti.

In “In dubious battle”, la delusione dell’attivista più giovane, Jim, quando capisce che anche i suoi compagni giocano sporco rimanda al principio per cui a mali estremi (lo sfruttamento) è lecito rispondere con estremi rimedi. Chi e cosa, quali valori sono sacrificabili alla causa?

La ricostruzione storica sembra accurata, ma “In Dubious Battle” non è abbastanza epico e tradisce un po’ lo spirito di verità che si ritrova, invece, nel romanzo.

La ricostruzione storica sembra accurata. Tuttavia, sebbene non manchino comizi e proclami molto urlati, ci sono poche retorica ed epicità in questo film. Ciò potrebbe essere un punto a favore, se non fosse che così il film non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore, nonostante le battaglie per i diritti dovrebbero provocare empatia abbastanza facilmente al cinema (Ken Loach docet).

Non essere riusciti a rendere sullo schermo il valore universale, nel tempo e nello spazio, della lotta proletaria per i diritti fa del film una grande occasione mancata.

Rispetto al romanzo di John Steinbeck, resta un po’ in disparte anche la natura di storia di formazione. Infatti, l’evoluzione del personaggio di Jim, da attivista alle prime armi a leader, non si coglie perfettamente, anche in questo caso persa tra i numerosi personaggi.

Dal punto di vista tecnico, la regia di “In Dubious Battle” appare un po’ confusionaria. Soprattutto nelle prime scene le inquadrature si spostano un po’ troppo spesso. Risultano, invece, belle e convincenti le scene d’insieme.

Volendo comunque incoraggiarvi a vedere il film, siamo sicuri che vi convincerà il cast “all stars”, che Franco ha avuto a disposizione.

In “In Dubious Battle”, infatti, potrete godere delle interpretazioni della diva degli adolescenti Selena Gomez (Lisa) e di alcuni grandissimi attori hollywoodiani Vincent D’Onofrio (London), Ed Harris (Joy) e Robert Duvall. Gli appassionati di serie TV cult come “Scrubs” o “Breaking bad” saranno curiosi di (ri)vedere anche al cinema Zach Braff e Bryan Cranston.

Ma, soprattutto, è sempre un piacere vedere in una delle sue ultime interpretazioni un artista come Sam Shepard, recentemente scomparso, lasciandoci in eredità libri e sceneggiature, oltre che ruoli bellissimi al cinema e in televisione.

"In dubious battle"
Sam Shepard con James Franco sul set di “In dubious battle”

 

E se anche Sam Shepard e il resto del cast non vi spinge al cinema, magari ci riesce il trailer:

 

Stefania Fiducia

Splendida quarantenne aspirante alla leggerezza pensosa. Giurista per antica passione, avvocatessa per destino, combatto la noia e cerco la bellezza nei film, nella musica e in ogni altra forma d'arte.

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