Già presentato al Festival di Cannes 2018 nella Selezione Ufficiale e Fuori Concorso, “Solo – A Star Wars Story” uscirà nelle sale italiane il 23 maggio.
Al leggendario contrabbandiere Han Solo è dedicato, quindi, il secondo spin-off della saga di Star Wars realizzato da Lucasfilm dopo “Rogue One” “Solo: A Star Wars Story” nel 2016.
Il film vuole raccontare gli anni giovanili dell’eroe. Svela il perché del cognome “Solo”, come lui e Chewbecca diventano amici inseparabili e come il Millennium Falcon diventerà la sua astronave.
Nel ruolo di Han Solo c’è Alden Ehrenreich, che si muove in un universo criminale oscuro e pericoloso, in cui l’Impero è già al massimo della sua potenza.
Si ritrovano già i tratti caratteristici dell’Han Solo che abbiamo conosciuto in “Una nuova speranza”, un po’ guascone, con il suo talento innato per ficcarsi nei guai.

Il film inizia subito con una fuga rocambolesca, la separazione dalla ragazza amata Qi’ra e l’arruolamento per diventare pilota.
Ruoli chiave nella trama sono quelli interpretati da Woody Harrelson e Emilia Clarke (la Daenerys Targaryen de “Il trono di spade”). Mentre Harrelson interpreta Tobias Beckett, un criminale che diventa una sorta di mentore per Han, Clarke è la protagonista femminile Qi’ra.
Sono due personaggi simpatici, ma lontani dal diventare anche vagamente iconici.
A differenza del giocatore d’azzardo Lando Calrissian, interpretato da Donald Glover, che era già un personaggio mitico della saga di Star Wars. Infatti, sapevamo già che è a lui che Han Solo avrebbe vinto a carte il Millennium Falcon.

Buono il livello di azione e di ironia, ma non c’è il giusto pathos.
Scritto da Lawrence Kasdan & Jonathan Kasdan, “Solo: A Star Wars Story” è diretto da Ron Howard, che garantisce sempre ottimi risultati quando si tratta di film d’azione.
Il regista ritiene che la storia del film rifletta moltissimo “lo spirito dei film originali nella sua combinazione di giocosità e temi profondi, mescolata con grandi scene d’azione, e ambientata in un universo affascinante, invitante, divertente e capace di spingere alla riflessione”.
In effetti, questo film è divertente, i 130 minuti scorrono piacevolmente. L’universo è popolato da creature mostruose, frutto della fantasia di George Lucas, che immagina sempre creature divertenti ed originali.
C’è una discreta dose di ironia, molta azione (bellissime le scene girate sulle Dolomiti) ed effetti speciali all’altezza della situazione.
Ma per il resto non ci siamo. “Solo: A Star Wars Story” non ha l’atmosfera epica e il pathos degli episodi della saga di Star Wars.
Il film è incentrato soprattutto sui temi della lealtà, della diffidenza, del tradimento.
Secondo la produzione dovremmo trovarci anche l’amore e un umorismo leggero. Ma questi due elementi sono alquanto evanescenti.
L’ambiente violento e ostile che l’Impero crea nei pianeti occupati è poco più che accennato, ma non viene messo nel giusto risalto. Solo nella prima parte del film, il clima di guerra e dittatura è ben delineato con la ambientazioni e i costumi da prima guerra mondiale e descrizioni da guerra di trincea.
Lo stesso personaggio di Han Solo negli intenti della produzione dovrebbe essere una “una canaglia, un anticonformista” con “un elemento di mistero”. Ma il risultato finale non è un protagonista affascinante e carismatico paragonabile al Solo dei primi film di Star Wars, interpretato da Harrison Ford.
In “Solo” ci sono molti colpi di scena e incontri e ritrovamenti inaspettati. Ma filtra poca emozione in questi ultimi. Anche il reincontro inevitabile con la ragazza desiderata dopo anni non sembra essere messo in grande risalto.
In conclusione, “Solo: A Star Wars Story” è un film d’azione piacevole e divertente. Ma una storia di Star Wars senza Jedi e senza spade laser non può che deludere lo spettatore amante della saga.
Semplicemente questo film ha ben poco di Star Wars.
Stefania Fiducia