Fuga da Reuma Park, il “worst of” di Aldo, Giovanni e Giacomo

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Fuga da Reuma Park, il “worst of” di Aldo, Giovanni e Giacomo

Partiamo da una premessa: non si può non volere bene ad Aldo, Giovanni e Giacomo, soprattutto per chi come me è nato nella secondo metà degli anni ’80 e quindi è quasi cresciuto con la loro comicità, e ha potuto gustarsi al cinema quella perla di “Tre Uomini e una Gamba“, probabilmente una delle ultime vere grandi commedie italiane.

Ma la comicità purtroppo è una delle poche arti che ha una data di scadenza, perché la creatività si esaurisce ed è spesso superata da altri stili e sempre nuove visioni di come far ridere.

Aldo, Giovanni e Giacomo probabilmente la loro data di scadenza l’hanno superata da un bel pezzo, complice l’età, complice la nascita di nuove voci comiche, complice il cambio di gusto del pubblico, complice anche l’impossibilità fisiologica di far ridere come riuscivano 20 anni fa circa. Ciò non vuol dire che siano ora obbligati al pensionamento, tutt’altro, ma solo capire di dover cambiare qualcosa: il punto è che il trio, invece di andare avanti, ha scelto di andare terribilmente indietro.

Fuga da Reuma Park nasce come celebrazione dei 25 anni di carriera insieme, e diventa quindi il film più meta della loro filmografia, in cui interpretano letteralmente sé stessi nel futuro, si autocitano più volte ed inseriscono piccoli camei dei loro personaggi più popolari. Il film che quindi è a tutti gli effetti una celebrazione del loro successo, diventa invece lo specchio di una comicità che fu e non c’è più, e in un certo senso la certificazione dell’esaurirsi della loro vena artistica.

Il trio ha sempre avuto una marcia in più rispetto ad altri comici cimentatisi nel cinema perché hanno scritto storie, autentiche sceneggiature, senza mai abbandonarsi agli sketch e alla banale parodia. E anche quando i loro film hanno iniziato ad essere meno riusciti, la risata la strappavano sempre grazie alla dinamica tra i tre. Fuga da Reuma Park è invece, oltre ad essere banalmente un brutto film, è soprattutto un film che non fa ridere: non ha una sceneggiatura, non funzionano le brevi vignette, la dinamica tra di loro è stantia, il linguaggio ormai scontato, ed il totale abbandono ad un comicità surreale e visiva davvero fallimentare, ridicolo. E le celebrazioni inserite forzatamente nel film sono un vero autogol: i vecchi famosissimi sketch vorrebbero suscitare l’effetto nostalgia, invece suscitano solo tristezza perché è lampante lo stacco tra l’esilarante passato ed un presente in declino. Quando il film torna alla realtà è quasi traumatico.

Ecco, forse l’aggettivo giusto per descrivere Fuga da Reuma Park è proprio questo: traumatico. Non sono affatto contento di essere così duro con Aldo, Giovanni e Giacomo, perché come detto in apertura devo a loro tantissime grasse ed intelligenti risate della mia formazione, ma è davvero traumatico per un fan constatare come il genio comico possa affievolirsi, sparire e diventare il peggior nemico di sé stesso.

 

Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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