“Fa’ la cosa Giusta” uno spaccato di realtà firmato Spike Lee

Titolo originale: Do the right thing
Regista: Spike Lee
Sceneggiatura:  Spike Lee
Genere: drammatico
Cast principale: Danny Aiello, John Turturro, Spike Lee, Rosie Perez, Ossie Davis, Bill Nunn, Gianfranco Esposito
Nazione: USA
Anno: 1989

“Tutti i film nominati dicono una verità, ma ce ne sono alcuni che la dicono di più. Il miglior film dell’anno non è tra i candidati ed è Fa’ la cosa giusta”. (Kim Basinger, notte degli Oscar 1990)

Sono gli anni 80, gli anni della black music, degli short bikers, dei colori fluorescenti e dell’eccentricità. New York è un agglomerato di culture che ogni giorno interagiscono e convivono, non sempre pacificamente.
 È il caso di Bedford Stuyvesant (anche detto Bed-Stuy) un ghetto multiculturale di ispanici, italiani, coreani 

Fa’ la cosa giusta: il Manifesto politico da cui Lee non si staccherà mai del tutto

Il film ruota intorno alla pizzeria italiana di Sal, un italo-americano che da 25 anni gestisce il locale in quel di Bed-Stuy. Le vicende si sviluppano nell’arco temporale di 24 ore sviscerando, analiticamente, la questione dell’integrazione. Un lasso di tempo in cui si assiste ad una crescente tensione.

Non ci sono vincitori o vinti, né innocenti. Ci sono vittime che sono la drammatica conseguenza di atteggiamenti radicati in una società che fatica ad evolversi con il tempo. Fannulonismo, rabbia, frustrazione, indigenza e miseria diventano una sorta di staffetta: di generazione in generazione, di padre in figlio, questi sentimenti e dunque atteggiamenti – che animano gli eventi che si susseguono nel corso del film – sembrano trovare la loro radice in secoli di schiavitù, tante lotte e non altrettante vittorie.

Un film in cui Lee racchiude non solo una storia vera ma anche quelle che sono spiragli del suo vissuto. Di fondo, infatti, lo spettatore percepisce il senso di rivendicazione del regista e, come urla “silenziose”, si assiste ad un senso di vendetta che rimbalza fuori dallo schermo.

E proprio in questo contesto Spike Lee inserisce il suo film         

Prodotto dalla Universal con un budget di circa sei milioni di dollari, Fa’ la cosa giusta presenta una sceneggiatura essenziale: una pizzeria, un appartamento, delle scale e qualche marciapiede. Quello di Spike Lee è film controverso, molto discusso, snobbato da molti premi, che ricorre – per alcuni aspetti – ai soliti cliché: il pizzaiolo italiano, il personaggio afro-americano che fa un monologo sull’amore e odio di Muhammad Alì ecc.   

Fin da subito il film si rivela una sorta di incantatore che tiene attaccato lo spettatore allo schermo inducendolo ad un’analisi ragionata sulle vicende che si susseguono e, attraverso una personale attività di back and fort, si è indotti ad analizzare il nostro presente alla luce della trama.  

 Un film vero, scomodo e attuale più che mai

Fa’ la cosa giusta è un’opera che rappresenta al meglio il realismo del cinema di strada e,  grazie ad uno sguardo multiculturale, affronta il problema dell’integrazione in un quartiere dove razze diverse faticano ad integrarsi e ad interagire. Il film, dunque, non ha mai avuto vita facile. Ha sempre creato contrasti dentro e fuori l’industria cinematografica. Quando fu presentato a Cannes, nel 1989, generò un grande vociferare di cui ancora si discute.        
Come molti sanno Lee a seguito delle reazioni che il suo film suscitò decise di iniziare una lotta contro il sistema che, solo di recente, ha trovano, ad avvisi di chi scrive,  il suo riscatto nel recentissimo film BLACKkKLANSMAN vincitore di più Oscar.

Un prodotto quasi perfetto se non fosse per qualche crepa

Il culmine della pellicola viene raggiunto negli ultimi 40 minuti. Per il resto scorre lento.
Il tema di Fa’ la cosa giusta va oltre il razzismo strictu sensu. Si assiste ad un’attenta analisi delle dinamiche che ne sono alla base, alla comunicazione verbale e non verbale, tutto ciò enfatizzando determinati cliché.

Il prodotto cinematografico di Lee pur essendo stato un film scandalo e contestato, resta e resterà una delle rarissime produzione contro corrente per il suo essere crudo e dannatamente reale. Un film che aiuta a far memoria.

Il razzismo è qualcosa che va oltre ogni immaginazione, si nutre di rabbia, frustrazione e povertà trasformandosi in atteggiamenti feroci che non conoscono lucidità.

Tre motivi per vedere il film:

  • Il film prende spunto da alcuni fatti realmente accaduti:“una rivolta ad Harlem avvenuta negli anni quaranta, l’uccisione da parte di otto poliziotti bianchi di un uomo di colore e, soprattutto, il cosiddetto Howard Beach Incident, ossia il pestaggio da parte di alcuni giovani bianchi ai danni di tre afro-americani, con l’ausilio di mazze da baseball e tirapugni, davanti a una pizzeria; uno di loro venne inseguito fino all’autostrada, dove morì investito da un’auto, scatenando la dura reazione della comunità afro-americana.”
  • Per guardare uno spaccato di realtà che ancora affligge la nostra società.
  • È Uno dei migliori lavori di Spike Lee.

Angela Patalano

Immagine di Copertina: Bill Nunn (Radio Reheem) in Fa’ la cosa giusta Fonte

 

 

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Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

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