Dopo il loro tour finale, i Black Sabbath ci regalano un film documentario sul loro ultimo concerto a Birmingham, ritornando nella città dove tutto è iniziato.
Sono passati ormai quarantanove anni dal loro debutto, ma i Black Sabbath, capitanati dal solito e ineguagliabile Ozzy Osbourne, non smettono di stupire. Il 4 Ottobre infatti è stato proiettato in data unica il film evento “Black Sabbath – The End of the End” che racconta le emozioni dell’ultimo concerto della band inglese e regala qualche chicca e aneddoto, raccontati direttamente dai protagonisti.
Gli albori dei Sabbath non furono facili, anzi, erano carne da macello per la critica. Geezer Butler, storico bassista fondatore del gruppo, racconta come le case discografiche li snobbassero consigliandogli di “imparare a suonare”. Negli anni però i quattro ragazzi di Birmingham, padri dell’heavy metal, sono diventati tra i più riconosciuti e amati artisti di sempre.
Durante l’intervista Tony Iommi, considerato una “divinità” della chitarra elettrica, confessa che “l’atmosfera satanica” creatasi intorno al gruppo fu totalmente accidentale. Cavalcando l’onda del successo però, i quattro la avevano sfruttata al meglio. I testi infatti, afferma Osbourne, riguardavano temi attuali alla loro epoca e anche oggi. Alcuni criticano la guerra e l’inquinamento, altri riguardano druga e dipendenze. A rappresentare ciò sono proprio le canzoni cult come “Pigs of War”, “Iron Man” e “Paranoid”.
Il docufilm si rivela un qualcosa di intimo, familiare, che vuole aprire la realtà dei Sabbath ai loro fans. Dopo il concerto finale del 4 febbraio, Butler, Iommi e Osbourne, si ritrovano nello studio per una sessione finale nella quale suonare le canzoni meno conosciute e poco performate.
A mancare è solo lo storico batterista Bill Ward, che ha deciso di non partecipare alla reunion. Nonostante tutto il film, è un perfetto mix emozioni, che alternando parti del concerto finale e interviste, rende un grande omaggio a una delle più grandi band di sempre.
Gianclaudio Celia
@Gian_Celia