Se un film è ambientato nella Berlino anni ’80, è quasi d’obbligo ascoltare le note di “99 Luftballons”.
In realtà, battute a parte, l’utilizzo di tale cliché è già indicativo di che film sia Atomica Bionda. L’inserimento della canzone simbolo dell’europop non è fondamentale, ma qui è inteso come necessità stilistica. Un film, insomma, che vive di inutili necessità: colonna sonora d’impatto, estetica inebriante, azione travolgente, tono sempre cool. Non è un elenco di pregi come dovrebbe o potrebbe essere, ma sono i salti mortali che il film si sforza di ottenere evitando di offrire qualcosa di veramente avvincente. C’è tantissima forma e pochissima sostanza.
Il problema, pertanto, è tutto qui. Atomica Bionda si sforza di essere “bello”, e finisce per apparire più cool di quanto realmente non sia. Non riesce nemmeno a convincersi a quale genere appartenere: incastrato tra il purissimo action movie e la spy story da Guerra Fredda, manca costantemente un punto di contatto tra i due mondi, e la storia va avanti incartandosi tra cliché, flashback e troppe parole per raccontarci ciò che accade.
La sostanza però che effettivamente funziona e ci piace è Charlize Theron. O meglio, vedere lei che spacca i culi, diciamolo senza giri di parole garbati.
L’azione coreografata è indubbiamente l’arma vincente del film. E ancora di più, il carisma e la bravura dell’attrice sudafricana, ormai negli ultimi anni simbolo dell’action al femminile. A livello di pura adrenalina, non ci aspettavamo niente di meno da David Leitch, il regista dietro John Wick. La lunghissima fuga durante le proteste di piazza, girata con un finto piano sequenza, è già da ora una delle scene più avvincenti e incredibili viste recentemente. E ancora, Charlize Theron riesce ad infondere ad ogni pugno, ad ogni calcio, un misto di rabbia, stanchezza, aggressività, disperazione, e perché no anche bellezza. Un autentico balletto letale.
Se Atomica Bionda avesse avuto il coraggio di essere soltanto un purissimo B movie, oppure un esperimento sul convincere le persone a vedere Charlize Theron menare senza pietà, avrebbe funzionato senza problemi. Così invece, con la sua voglia di inserire la canzone cool ad ogni momento, con la trama lasciata alla sua totale prevedibilità, con i colori schizzati della fotografia al neon, il film si perde e distrae chi lo guarda. Atomica Bionda è mascherato da qualcosa che non è, ma almeno Charlize Theron vale sempre il prezzo del biglietto.
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Emanuele D’Aniello