American Assassin, Dio benedica l’America

american assassin

American Assassin è il tipico film che rappresenta la kryptonite per qualsiasi recensore. Un film talmente semplice, talmente canonico, talmente prevedibile, per cui tirare fuori qualcosa da dire è sempre difficile.

Probabilmente, 20/25 anni fa, questo film avrebbe avuto una sua dignità nel panorama action, interpretato da Jean-Claude Van Damme o Sylvester Stallone. Non solo come genere, ma anche come atmosfera esasperatamente ed inutilmente patriottica, nel quale tutti gli arabi sono cattivi – ma proprio tutti, eh – e gli americani salvano il mondo. Ora, meglio che si può dire, è l’apparenza di un film destinato direttamente al mercato home video, non al cinema. American Assassin è esattamente questo, un film di genere banalissimo ma dignitoso, competente in ciò che mostra, assurdo e sopra le righe – la necessità di inserire il pretesto di un ordigno nucleare è esagerata – ma senza scadere nella farsa. Sufficiente insomma, in grado di evitare imbarazzi sempre dietro l’angolo.

Il vero peccato, onestamente, è che di American Assassin si potrebbe addirittura parlare meglio.

L’aspetto migliore del film, oltretutto inatteso, è il latente pessimismo di fondo. Oltre la cortina macho a stelle e strisce, American Assassin rivela un’anima nera, che coglie le sfumature tragiche di ciò che mette in scena. Altri film, capendo la banalità del genere, avrebbero affrontato tale problema con l’ironia, o lo stile della messa in scena. American Assassin invece, classico a dismisura, sceglie la strada “seriosa”, e ci presenta un protagonista dannato, assolutamente incapace di vivere, cinico e ribelle. Non è un eroe, ed il film non vuole mai metterlo sotto quella luce. L’ossessione lo divora dall’inizio alla fine, in ogni singola azione.

Un’inattesa esplorazione psicologica, quasi coraggiosa. Il problema, semmai, è che il film non la segue fino in fondo, non batte il martello quanto dovrebbe, e appena può ritorna ad essere solo e soltanto uno spy action ricco di cliché e colpi di scena non sorprendenti. Ed impedisce anche alle interpretazioni di uscire dal recinto della norma scolastica.

American Assassin è un film che aveva tutte le carte in regola per osare, ma non lo fa mai veramente. Non è da buttare, ma nemmeno un’esperienza necessaria. Se non lo avessero mai realizzato nessuno avrebbe pianto, diciamolo. Ma in fondo tutti debbono mangiare, è giusto così.

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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