Renoir, “Gli Ombrelli”: spiegazione del quadro

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Ottobre, autunno, il primo freddo. La nuova stagione ci investe con i suoi nuvoloni minacciosi e sciarpe, cappelli e cappotti sono già pronti ad uscire dall’armadio. Ormai non resta che abbandonarci ai capricci del tempo affrontandolo con la grazia dei francesi ritratti nelle opere di Renoir.

Immaginiamo di camminare tra le vie di Parigi, ad esempio sugli Champs-Élysées, quando un temporale ci coglie improvvisamente. Intorno a noi le persone si affrettano a impugnare gli ombrelli per ripararsi, e noi ci ritroviamo lentamente immersi nella malinconica bellezza della città sotto la pioggia.

L’infuso d’arte di oggi è “Gli ombrelli” dipinto dall’impressionista francese tra il 1881 ed il 1886 circa e conservato alla National Gallery di Londra, dove venne esposto per la prima volta nel 1917, inserendo Renoir nell’olimpo della pittura contemporanea.

Potete visionarlo qui.

Cosa vediamo raffigurato?

Prima di tutto possiamo osservare come l’opera si presenti con la naturalezza di un’istantanea fotografica. Il pittore cattura un momento della quotidianità di una Parigi uggiosa, sferzata dal vento e dalla pioggia ma non per questo meno dinamica e piena di energia.

Vediamo infatti un insieme di figure caotiche che Renoir rappresenta nell’immediatezza dell’attimo. Uomini, donne, bambini si muovono disordinatamente tra le vie della città accompagnati dai loro ombrelli, ognuno animato da una profonda forza interiore che li spinge a collocarsi indipendentemente nello spazio affollato.

In primo piano una giovane donna si alza elegantemente la gonna per evitare di bagnarla, mentre dietro di lei una signora si affretta ad aprire l’ombrello seguita da sua figlia. Intanto la bambina si è fermata e mentre si aggrappa al vestito della madre, ci guarda con gli occhi fissi, innocenti, come se partecipassimo attivamente alla scena di vita raffigurata.

Cosa ci fa entrare nel dipinto?

Renoir rapisce lo sguardo dello spettatore con la potenza di una scena realistica e sinceramente spontanea. Riusciamo a calarci all’interno di una Parigi gremita di gente, proprio all’ora di punta, sentiamo il rumore quasi impercettibile degli ombrelli che si scontrano, il brusio di una folla animata, il vociare incomprensibile di tanto individui sconosciuti.

Il pittore sposta l’attenzione dal singolo allo spazio che lo circonda e la città con la sua massa anonima di persone diventa la protagonista privilegiata del quadro. L’uomo contemporaneo si perde tra la folla e allo stesso tempo ne emerge tra l’intrecciarsi disordinato di ombrelli e volti senza nome.

Ogni personaggio porta con se la propria storia, la propria volontà di muoversi e di risolversi in azione. Ognuno sembra motivato da uno scopo, come se avesse una destinazione da raggiungere, una persona da incontrare o semplicemente qualcosa da realizzare.

Ci sentiamo parte della folla e ci troviamo in un attimo catapultati nella capitale francese magari alla ricerca di una pâtisserie artigianale dove scacciare il freddo con un cafè ed un soffice croissant.

Due parole sullo stile…

L’opera di Renoir rappresenta una rivoluzione stilistica all’interno della carriera artistica del pittore francese. Il dipinto risente ancora ovviamente della maniera impressionista, soprattutto nei personaggi sullo sfondo, dove notiamo una pennellata tremante, leggera e veloce.

Vediamo invece una tecnica rinnovata nella figura femminile in primo piano a sinistra, in cui Renoir dimostra un nuovo modo di concepire l’immagine. Il pittore rivela in questo caso tutte le suggestioni ricavate dal suo viaggio in Italia dove lo studio dei classici rinascimentali lo porta ad affrontare la superficie pittorica con una maggiore solidità della forma e delineazione di contorni.

L’artista coniuga in questo capolavoro due stili differenti che si fondono simultaneamente creando omogeneità ed equilibrio nella raffigurazione e realizzando comunque un’opera coerente dal punto di vista compositivo e stilistico.

Anche per oggi il nostro infuso d’arte è terminato. Se le giornate si fanno troppo fredde e piovose potete sempre consolarvi rileggendo il nostro ultimo articolo a questo link.

Vi aspettiamo tra due settimane!

Martina Patrizi

Fine dell’estate? Nessuna malinconia con questa colazione all’aperto!

23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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