Monet in mostra al Palazzo Reale: dal Musèe Marmottan a Milano

Mostra Monet Milano palazzo reale 2021 recensione
ph. Emanuela Sorridi per CulturaMente

A inaugurare la stagione autunnale di Palazzo Reale a Milano, è arrivata il 18 settembre l’attesissima esposizione dedicata al più importante rappresentante dell’impressionismo: Monet.

Prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia e promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra è curata da Marianne Mathieu e realizzata in collaborazione con il Musèe Marmottan Monet di Parigi (da cui provengono le opere) e l’Acadèmie Des Beaux – Arts – Institut de France. 

Il Musèe Marmottan Monet raccoglie infatti il più grande nucleo di opere di Monet grazie ad una generosa donazione di Michel, suo figlio, avvenuta nel 1966. Questa mostra rientra nel progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale”, progetto nato per divulgare le collezioni dei più importanti musei internazionali.

“Organizzare una mostra così importante per la cultura europea e mondiale in un momento di ripartenza come quello che stiamo vivendo dopo la pandemia rinnova la vocazione internazionale di Milano e conferma il suo ruolo di centro culturale europeo.” Queste le parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, il giorno dell’inaugurazione.

Il percorso espositivo prevede 53 opere tra cui le sue “Ninfee” (1916-1919), Il Parlamento, Riflessi sul Tamigi (1905) e Le Rose (1925-1926) organizzate in ordine cronologico che ripercorrono tutta la parabola artistica del Maestro impressionista e che il visitatore può leggere attraverso le sue opere fondamentali, così tanto fondamentali che conservate gelosamente nella sua abitazione di Giverny.

Come è organizzata la mostra

La mostra è suddivisa in 7 sezioni e curata da Marianne Mathieu, storica dell’arte e direttrice scientifica del Musèe Marmottan la quale sceglie di introdurre in visitatore alla scoperta di opere chiave dell’Impressionismo e della produzione artistica di Monet ponendo alla luce le sue mutazioni artistiche e i suoi diversi approcci.

Durante la visita si nota tutto l’excursus artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori en plein air e da opere di piccolo formato, ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuill, Pourville e delle sue diverse dimore.

Le sue opere si contraddistinguono per le sue corpose ma al tempo stesso delicate pennellate e quella luce fioca e talvolta accecante che ha reso celebri alcune sue opere come Sulla spiaggia di Trouville (1870) o Passeggiata ad Argenteuil (1875).

La mostra quindi si apre introducendo i visitatori in una sala allestita con mobili originali del periodo napoleonico come omaggio a Paul Marmottan, fondatore del Musèe.

Nelle diverse sezioni si nota distintamente il percorso artistico del Maestro.

Nell’Ottocento, lo sviluppo della rete ferroviaria e l’invenzione del colore in tubetto, permisero ai pittori di viaggiare e dipingere all’aria aperta. 

Monet, dovendo portare con sé l’attrezzatura, predilesse tele di piccolo formato più facili da trasportare. Si nota come il Maestro dedicherà l’intera vita a cercare di cogliere le variazioni luminose e le impressioni cromatiche interessandosi maggiormente al modo in cui il soggetto viene trasfigurato dalla luce.

Procedendo nel percorso, il visitatore viene invitato a provare, con esercizi visivi, quanto le diverse cataratte avute influissero sulle sue percezioni. E’ nel 1908 infatti che si ammala per la prima volta e da quel momento in poi non avrà più una visione limpida. Ma questo non lo impedirà di dipingere realizzando opere come Ponte Giapponese Salice piangente.

Chi conosce Monet sa che i fiori l’hanno accompagnato per tutta la vita.

Ed è proprio all’interno della mostra che si omaggia l’artista con le sue opere dai colori cangianti che trasmettono al visitatore la fragilità delle rose dipinta insieme alla caducità di ciò che ci circonda.

Una mostra che ti immerge in un passato remoto ma che ti fa apprezzare, anche attraverso il passaggio in alcune stanze interattive, la bellezza delle semplicità. Una passeggiata tra narrazioni poetiche e delicate interazioni alla scoperta dell’affascinante mondo dei colori della tavolozza del poeta della natura.

Il Maestro dell’impressionismo regala così agli occhi di chi guarda, lo stupore nel rappresentare la bellezza e l’armonia del creato dal suo “piccolo” universo”.

La mostra sarà allestita fino al 30 gennaio 2022.

Francesca Sorge

Tutte le immagini contenute nell’articolo sono a cura di Emanuela Sorridi per CulturaMente.

Francesca Sorge
Educatrice, 37 anni, pugliese di nascita ma milanese di adozione. Appassionata di musica, fotografia e lettura.

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