Monet. Capolavori dal musée Marmottan di Parigi al Vittoriano

Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi

Dal 19 ottobre all’11 febbraio sarà possibile visitare al Complesso del Vittoriano l’esposizione di opere di Claude Monet provenienti dal musée Marmottan.

Sbarcano a Roma 54 opere prestate per l’occasione dal Musée Marmottan di Parigi. Questo museo raccoglie il nucleo più consistente e importante di opere firmate da Monet. La collezione del musée Marmottan ha poco più di 80 anni di vita e si è venuta a formare grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio dell’artista: Michel Monet.

Una collaborazione franco-italiana per questa mostra che ripercorre i vari periodi artistici del padre dell’impressionismo.

Questo movimento artistico nacque nella seconda metà dell’Ottocento, quando la neonata fotografia fece sì che la pratica di fissare un’immagine su un supporto divenisse una pratica rapida ed economica. Farsi fare un ritratto da un fotografo era quindi molto meno dispendioso e faticoso rispetto alle lunghissime pose richieste da un pittore. Non solo i ritratti, ma anche i paesaggi potevano essere immortalati dai fotografi. Tutto ciò rese necessario che i pittori si adeguassero alle esigenze della clientela. Nacquero così la pittura en plein air e le pennellate a tocchi veloci, tipici della pittura – poi definita – impressionista.

Nel novembre del 1872 Monet dipingeva il panorama del porto esterno di Le Havre avvolto dalla bruma mattutina.

Monet, Impressione, levar del sole, 1872
Monet, Impressione, levar del sole, 1872

 

La rapidità con cui il pittore dovette eseguire l’opera per poter fissare i repentini cambiamenti della luce e dei colori riflessi sull’acqua, hanno reso il soggetto estremamente indefinito. Fu così che quando la tela fu esposta nel 1874 (durante la prima mostra del non ancora nato gruppo degli “Impressionisti”) si rese necessario definirla “un’impressione di veduta del porto di Le Havre” piuttosto che una veduta del medesimo porto.

Da qui il titolo Impressione, levar del sole.

Da qui, e grazie anche alla pubblicità negativa fatta dai giornalisti dell’epoca, si giunse a definire quel gruppo di pittori soliti usare la stessa tecnica di Monet, Impressionisti. L’opera “incriminata” fa oggi parte della collezione del musée Marmottan e, come è facile intuire, non è stata prestata al Gruppo Arthemisia che produce e organizza la mostra. Non ci si deve perdere d’animo però, perché questa esposizione è una piacevole, seppur breve, camminata alla scoperta dei soggetti più cari a Monet. Il percorso di visita si apre con un video che introduce il visitatore alla personalità del pittore.

Dopo aver percorso un corridoio molto suggestivo con proiezioni (fotografiche e dipinte) di ninfee, fiori e vedute del giardino della casa di Giverny appartenuta all’artista, inizia l’esposizione vera e propria. Una selezione di caricature poco note al grande pubblico, risalenti all’adolescenza del pittore, dividono la prima sala con alcuni ritratti dei figli Jean e Michel. Questi ci mostrano un Monet padre estremamente affettuoso.

Continuando il percorso di visita, possiamo osservare quadri di paesaggi che hanno stuzzicato il pennello dell’artista. Forse però, più del paesaggio, a colpire Monet sono state le condizioni atmosferiche. Neve, nebbia, alba, tramonto sono forse i veri soggetti delle opere del pittore parigino. Ce lo dimostrano opere come Il treno nella neve. La locomotiva, del 1875 o Effetto di neve, sole al tramonto, dello stesso anno.

Monet, Il treno nella neve. La Locomotiva, 1875
Monet, Il treno nella neve. La Locomotiva, 1875

E opere come La spiaggia di Pourville. Sole al tramonto (1882) e la meravigliosa Barca a vela. Effetto sera (1885) che si potrebbero contemplare per ore.

Monet, Barca a vela. Effetto sera, 1885
Monet, Barca a vela. Effetto sera, 1885

Colori tenui quelli usati dal maestro francese che trasmettono serenità e ci fanno tornare ad apprezzare il mondo naturale fatto di albe e tramonti, neve e nebbia, riflessi su un mare piatto o su un fiume increspato.

Natura che amava a tal punto da coltivare personalmente il giardino nella sua residenza di Giverny. Grande appassionato di giardinaggio, creò personalmente il laghetto delle ninfee su cui fece costruire il ponticello giapponese. Piantò fiori selvatici e rari insieme con alberi da frutto. Il suo giardino divenne il suo soggetto preferito fino alla sua morte, avvenuta il 5 dicembre 1926.

Alla mostra di Monet al Vittoriano manca solo il profumo dei fiori. Rose, Iris, agapanti, ninfee ed emerocallidi deliziano la nostra vista.

Monet, Le rose, 1925-1926
Monet, Le rose, 1925-1926

 

Man mano che si giunge alle opere più tarde, in special modo ai salici, ci si accorge che la sua pittura è divenuta materica, ruvida, granulosa. Non più trasparente come un riflesso bensì segnica, quasi ad anticipare l’espressionismo astratto americano.

Monet, Salice piangente, 1921-1922
Monet, Salice piangente, 1921-1922

Prima di uscire dalla mostra e ritornare al traffico del centro di Roma, una sorpresa: è esposta la ri-materializzazione di un’opera perduta di Monet. Perduta irrimediabilmente durante un incendio scoppiato al MoMA di New York nel 1958, Water Lilies (1914 – 1926) è stata ricostruita. Il merito è dell’ambizioso e unico progetto di Sky Arte HD e delle nuove tecnologie se oggi Water Lilies  è tornato in vita. Dagli unici documenti che ci restano dell’opera – fotografie in bianco e nero – gli scienziati sono riusciti a ricostruire l’opera perduta. L’affascinante percorso che ha permesso ai visitatori di Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi, di vedere un’opera andata perduta circa 60 anni fa è spiegato in un documentario mostrante il lavoro di coloro che hanno ricostruito materialmente l’opera. Un’operazione affascinante che lascerà i visitatori a bocca aperta.

 

Una mostra che merita una visita che è possibile effettuare:

Dal lunedì al giovedì 9:30 – 19:30

Venerdì e sabato 9:30 – 22:00

Domenica 9:30 – 20:30

La biglietteria chiude un’ora prima.

 

Sono previste visite interattive e laboratori per le scuole dell’infanzia e primarie, e visite guidate per le scuole secondarie.

Per tutte le info sui Biglietti e le tipologie di visita consultate il sito: http://www.ilvittoriano.com/mostra-monet-roma.html

 

Francesca Blasi

Sono nata a Roma nel 1988. Mi sono laureata in storia dell'arte contemporanea presso l'università La Sapienza di Roma. Alla triennale ho elaborato una tesi sull'arte antifascista e alla magistrale ho fatto una ricerca sull'uso del pixel nelle arti visive. Amo la fotografia, hobby che pratico, il cinema, la lettura e la musica.

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