“Baccanale degli andrii al Prado” di Tiziano: la spiegazione

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L’estate scorre velocemente e ci troviamo già vicini a Ferragosto. Che sia al mare, in città o in montagna come da tradizione il 15 del mese è una giornata da festeggiare. Prendiamo spunto in compagnia del grande Tiziano con un’opera dedicata alla compagnia e tanto, tanto vino.

Oggi vi raccontiamo un modo di festeggiare all’antica dipinto dal celebre pittore veneto dove l’amore, il piacere e l’ebbrezza si confondono nel nome di Bacco. Potrebbe essere un’idea originale per quest’anno, no?

Immaginate un bosco lussureggiante e rigoglioso, disperso in qualche terra bucolica ed ancestrale. Terra di uomini e dei, di lussuriosi riti pagani a contatto con una natura selvaggia e primitiva in cui è facile perdere i sensi e liberare lo spirito.

L’Infuso d’Arte di oggi è “Il Baccanale degli Andrii” dipinto da Tiziano tra il 1523 ed il 1526 e conservato al Museo del Prado di Madrid. L’opera faceva parte di una serie di tre quadri a sfondo mitologico commissionati dal duca di Ferrara, Alfonso d’Este, per la Sala dei Baccanali.

Potete visionarlo qui.

Cosa succede nel dipinto?

Nel quadro l’acqua di un fiume diventa miracolosamente vino grazie all’intervento del potente Dioniso giunto sull’isola di Andros insieme ad Arianna. Un evento straordinario che viene quindi celebrato da ragazzi e fanciulle per venerare il famoso dio dalla natura animalesca e primordiale.

Tiziano rappresenta nella scena principale il Baccanale con un gruppo di personaggi che interagiscono tra di loro riuniti nel generale clima di piacere e perdizione.

Vediamo al centro due giovani che conversano mentre un ragazzo afferra con forza la caviglia ad una di loro. A sinistra un fanciullo nudo versa il vino su un piattino, in basso un altro giovane invece attinge direttamente dal prodigioso fiume rosso mentre un uomo beve avidamente dalla brocca. A destra iniziano le danze tra ragazzi coronati di alloro, mentre in primo piano una bellissima ninfa espone il suo corpo nudo all’occhio dell’osservatore, elegante e sensuale, distesa su un telo bianco.

Cosa ci fa entrare nel dipinto?

Tiziano sceglie di rappresentare un evento mitologico legato al culto di Bacco, da cui il nome Baccanale, che veniva celebrato ogni anno sull’isola di Andros dai suoi abitanti.

Una vera e propria festa all’insegna della perdizione che il pittore veneto affida a forme piacevoli e passionali coinvolgendo inevitabilmente lo spettatore all’interno del rito pagano.

Ammirando l’opera sentiamo risuonare i flauti e le siringhe.

Sembra di essere immersi in una natura arcaica e faunesca dove si è facile preda dei lascivi piaceri della carne e del vino per abbandonarsi ad un’orgia dei sensi sotto la protezione del dio.

Il capolavoro di Tiziano rispondeva infatti perfettamente al gusto della cultura umanistica veneziana del Cinquecento vittima del fascino esercitato dall’antico.

La mitologia viene qui evocata attraverso la sua immagine più erotica e carnale con questi corpi seminudi, palpitanti che si intrecciano ritmicamente tra loro.

Due parole sullo stile…

Tiziano articola il discorso figurativo grazie ad un linguaggio cromatico che si basa principalmente sul contrasto tra colori caldi e freddi. In primo piano dove raffigura il Baccanale sceglie toni vivi, densi e saturi; mentre per il paesaggio sullo sfondo la rappresentazione della natura e del cielo è affidata ad una scala più fredda di verdi e azzurri.

La luce colpisce i personaggi o per rivelarli all’occhio dell’osservatore o per nasconderli nella penombra del bosco. Le figure femminili sono illuminate da una luce piena come colpite direttamente dai raggi solari evidenziando le loro forme morbide e sensuali.

Anche per oggi il nostro infuso è finito, speriamo di avervi condotto tra i selvaggi e rupestri boschi di un mondo perduto, ma se cercate qualcosa di più esotico potete sempre lasciarvi ispirare da un’altra nostra piccola pillola a questo link. Ci vediamo tra due settimane!

Martina Patrizi

“Le tre età dell’uomo” di Tiziano: spiegazione del quadro

23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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