L’adattamento di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale diverte il pubblico in dialetto siciliano.
La piéce è in linea con i romanzi a noi conosciuti, l’intrigo shakespeariano e gli intrecci amorosi.
Il testo originale è attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza dietro cui sembra si nasconda William Shakespeare.
Michele Agnolo di origine quacquera visse parte della sua vita sfuggendo alle persecuzioni religiose, tra le isole Eolie, Messina, Venezia, Verona Stratford e Londra.
Alcune sue opere sembrano essere la versione originale di altre più conosciute di Shakespeare, come quella di questa sera, riapparsa 50 anni dopo con il titolo “Troppo rumore per nulla”.
Eru la protagonista (Roberta Andronico) è innamorata e corrisposta da Claudiu (Luigi Nicotra) ma al momento delle nozze, un inganno giocoso fa separare i due.
Un presunto tradimento fa ripudiare Eru che disperata inscena un suicidio. Nello stesso momento, in pieno stile shakespeariano un’altra storia parallela si consuma tra Biatrici (Valeria Contadino) e Binidittu (Ruben Rigillo).
Intermezzi comici divertono il pubblico e lasciano dimenticare la difficoltà dialettale che a volte rende il testo un po’ difficile.
I costumi in un mix tra orientale e tradizione siciliana di Angela Gallaro sono curati nei minimi dettagli.
I colori vivaci, fucsia, verde smeraldo e rosso, con i corpetti e i veli colorati in testa impreziosiscono la scenografia di Giuseppe Dipasquale, semplice ma azzeccata, è formata da con un podio ricoperto di tappeti arabeschi. Crea una scena nella scena, una dimensione in più, funzionale al gioco di battute degli attori.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2000 all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese e ritorna dopo otto anni al Silvano Toti Globe Theatre di Roma diretto da Gigi Proietti.
Sara Cacciarini