Un gruppo di donne ha sempre qualcosa da raccontare.
Alcune narrano pettegolezzi, altre problemi di lavoro. Alcune non si stancano mai di parlare di cosmetica o abbigliamento. Molte, però, raccontano storie. Ricordi di vita, d’infanzia, d’amore; ma anche capaci di far crescere, con una morale nascosta. Fiabe. Sogni. Le stesse che narrano le donne di Narikontho – Voci oltre i confini, spettacolo andato in scena al Teatro India di Roma, diretto da Emanuela Ponzano.
In uno spazio sospeso tra il reale e l’onirico, un gruppo di 30 donne, di età e povenienze differenti, ci raccontano i passaggi del femminile attraverso le fiabe. Lo spettacolo è un susseguirsi di immagini archetipiche, di suggestioni poetiche, di sussurrata o furiosa coralità, attraverso il linguaggio dei corpi, della narrazione, dei canti, ma anche del teatro d’ombra, e dell’immagine.
Il prgetto nasce dall’Asinitas Onlus, che ha istituito una forma di teatro comunitario.
Questo, per chi non lo conoscesse, è un forma di recitazione che punta all’integrazione e al lavoro sociale. Così, seguendo questa strada, gli spettatori seguono Alice in un personale ‘paese’, dove non tutto però ha a che fare con ‘delle meraviglie’. Ci sono streghe, incantesimi, bambole che danno forza, balli rituali, ombre che spiegano e conducono in altri mondi. Viaggi e ricordi, dove le fiabe si mischiano ai sogni. Mondi in cui si incontrano il cappellaio matto, la donna ragno, le sirene e la matrigna.
Racconti però che ci descrivono anche una realtà difficile da digerire. Storie di chi ha perso presto l’infanzia, di chi è stato costretto a doverci rinunciare. Storie di bambine diventate presto spose; donne spaventate e distrutte per via di destini assurdi. Omicidi, fughe e, soprattutto, la scoperta che la descriminazione sessuale, purtroppo, non ha bandiera, colore o cultura.
Uno spettacolo utopistico, distante dai canoni standard.
Danza, canto, musica e movimento immergono il pubblico in quel messaggio caro non solo alle attrici, non solo alla regista e ai componenti dell’Asinitas, ma a tutti noi che ancora crediamo alle favole e le ascoltiamo: cioè che l’Orco esiste ma può essere sconfitto, se ci si crede veramente.
Francesco Fario