Maschere e astuzia: La vedova scaltra in scena

Goldoni opere

Fino all’8 aprile, sarà in scena La vedova scaltra al teatro Le Muse di Ancona. Il regista Gianluca Guidi porta sul palco la terza opera di Carlo Goldoni, raccontando così la prima commedia di carattere compiuta del maestro veneziano.

Di tutta la rappresentazione, quello che resta indelebile nella memoria dello spettatore è la presenza scenica della protagonista, interpretata da Francesca Inaudi. Non solo il personaggio predomina la vicenda, non solo determina lo svilupparsi degli eventi, ma il palco sente e risuona del passo e della voce dell’attrice. La centralità della figura femminile di Goldoni viene a pieno rappresentata. L’astuzia onesta di una vedova che, dopo aver subito la malattia di un vecchio marito, conosce il mondo e vuole il meglio per sé.

La protagonista femminile si oppone ai vari personaggi maschili, ciascuno foriero di una condotta tipica della propria nazionalità di provenienza. Il francese libertino, l’italiano geloso, lo spagnolo austero o l’inglese incostante, sono tutte figure che vengono schiacciate dalla forza di donna Rosaura. La donna, infatti, pur confrontandosi sempre con loro è solo apparentemente una loro pari. Se per tutto lo spettacolo si ha questa impressione, l’astuzia finale ordita ai danni dei quattro corteggiatori non lascia più dubbi di alcun tipo.

Un’astuzia tutta razionale soggiogata ad un fine più alto: contrarre un rispettabile matrimonio.

Goldoni opere

Non sono mancati momenti di ilarità e di divertimento.

La presenza delle due maschere veneziane, quella di Arlecchino e di Pantalone, sono condizione sufficiente e necessaria per permettere di innescare una serie di malintesi e situazioni estreme in cui il riso non può che campeggiare per la platea. Il primo, servo astuto, funge da catalizzatore di azioni e reazioni da parte dei quattro protagonisti. Il secondo, vecchio avaro, si presenta più in parentesi comiche, in compagnia del dottore-futuro suocero.

Non è mancato il dialogo con il pubblico. Apertura e chiusura, infatti, hanno visto un dialogo diretto tra i personaggi e la platea. Ma non sono mancati anche momenti in cui i caratteri sono usciti metaforicamente dalla scena, omaggiando il pubblico anconetano.

Uno spettacolo senza dubbio piacevole, accompagnato da musiche suggestive che aiutano lo spettatore a calarsi nella scena con un ulteriore moto partecipativo. Una conclusione della stagione teatrale delle Muse sicuramente degna dell’intero anno e bene augurante per quella che verrà.

Serena Vissani

Ama i libri, il cinema e la pasta. Non sempre in quest'ordine.

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