Piantando chiodi nel pavimento con la fronte: quelle comiche realtà, dure da ammettere

eric bogosian monologhi cometa off

Eric Bogosian è un autore americano, noto alla critica e al pubblico, per i suoi monologhi minimalisti, dal tocco critico, sociale e comico.

Nel 1993 pubblica e mette in scena, seguendo questo suo filone, lo spettacolo ‘Piantando chiodi nel pavimento con la fronte’, portato in Italia per la prima volta un anno dopo da Luca Barbareschi; e oggi in scena al Teatro Cometa Off di Roma, fino al 20 ottobre, con Paolo Biag e la regia di Pino Quartullo.

12 personaggi, 12 monologhi, non legati tra loro se non nella descrizione di una società malata, estrema, esagerata ai limiti dell’assurdo. Un assurdo però non irreale, dal gusto di quelle realtà di estreme, che circondano le nostre vite che, anche se giriamo gli occhi alla loro presenza, ci sono.

Un calderone dove l’emigrato nostalgico dei tempi passati si unisce al barbone malato che gode nell’infettare gli altri. La stessa società che plasma il guru che predica l’indifferenza verso il prossimo e colui che non riesce a tenere a freno il proprio organo genitale. Si uniscono realtà come l’attore che si confessa al pubblico quanto adori…non piacere; o il medico che lentamente ti spegne la vita, sorridendoti. Il fan ego-riferito. Chi cerca nelle droghe una carica per vedere meglio la propria vita, compresa quella sessuale.

Spinti oltre al limite del grottesco e del ridicolo, le personalità delineate da Bogosian ci portano anche sui versanti dell’astratto, come la coscienza alata che impone a tutti noi di sottometterci passivamente a tutto quello che ci capita.

E chi non ci riesce?

Può sempre passare la propria vita a trovare il ‘bicchiere mezzo pieno’, anche dopo aver visto le atrocità al telegiornale, cercando stimoli e risposte nel benessere che la società gli offre: se poi si capisce che è un’apparenza, occorrerà sforzarsi di più. Altrimenti lasciarsi andare a quella Rabbia assoluta, che esercita quel vero potere su noi stessi e ci fa andare contro ogni forma di regola umana, che non abbia niente a che vedere con l’altruismo: la stessa rabbia che ci porta dare…testate sul pavimento così forti da piantare chiodi.

Piantando chiodi nel pavimento con la fronte

Lo spettacolo è una grande prova, sia dal punto di vista registico che attoriale.

Quartullo prende le storie di Bogosian e gioca con coscienza con un’arma pericolosa: un buon pistolero che brandisce una pistola e sa come usarla. Il regista non adatta il testo alla realtà italiana né ai giorni nostri: i ‘casi’ li abbiamo ancora oggi e la soluzione sociale non è ancora stata trovata. Lo stesso Quartullo infatti dice in una nota:

“Ho solo dirottato l’istinto rassicurante e comico di Paolo su territori lividi, violenti, aggressivi, provocatori, pur senza perdere l’irrefrenabile comicità di cui il testo di Bogosian è traboccante.Far ridere e colpire allo stomaco. Una risata vi risveglierà, vi metterà in guardia, facendovi riflettere come davanti ad uno specchio”.

Tutto lo spettacolo ovviamente si regge sulle spalle e il talento dell’unico interprete di tutto, cioè Paolo Biag.

Destreggia le varie personalità con facilità e scioltezza: cosa non da poco in uno spettacolo di due ore. La sua mimica facciale e la sua capacità di cambiare uso e tono della voce, conducono lo spettatore a ridere e a spaventarsi di quei personaggi che Biag plasma. Regge bene il palco e la sua esperienza la nota anche chi non è un esperto.

Spettacolo che merita 4 stelle e mezzo, su 5.

Il mezzo punto tolto non è agli interpreti, al testo e/o alla regia, ma al teatro e la sua gestione dell’aria calda: in uno spettacolo così lungo e senza una trama, l’assenza di aria fresca può far distrarre il pubblico, farlo uscire per respirare, facendo così perdere qualche personaggio e, di conseguenza, qualche riflessione.

 

Francesco Fario

Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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