Ultima settimana a Tenerife.
Dopo questo sorprendente weekend posso felicemente affermare di aver terminato la scoperta della isla.
Tra le ultime destinazioni mi sono concessa due vere chicche che nella mia top list si sono definitivamente guadagnate senza ombra di dubbio il primo posto. Prendete nota: Garachico e Puerto de la Cruz.
A pieni polmoni sull’oceano
Iniziando dalla prima, come d’abitudine raggiunta in macchina, mi basta anticipare che solo la strada per arrivarci merita la visita. Si scende dal versante della montagna che dà verso ovest tra le palme e le piantagioni di banani. Il panorama affaccia su un cielo ed un mare che all’orizzonte si confondono in un un’unità indistinguibile di tinte di blu.
Garachico è un paesino di casette colorate, dove vige un’atmosfera coloniale, quasi caraibica. Iniziamo dalla grande piazza centrale ai piedi della Basilica, con le sue carrozze trainate da cavalli, le panchine dove sonnecchiano gli anziani e la statua in memoria di Simon Bolivar.
Tra le vie del pueblito incontriamo la Tasca del vino. Si tratta di un ristorantino appartato riconoscibile all’entrata dalle botti, dove è possibile assaggiare la buona cucina canaria ed il pescado fresco della zona.
Tuttavia lasciando da parte il turismo gastronomico, Garachico è famosa prima di tutto per le sue piscine naturali che emergono tra gli scogli lungo la costa, rendendo questo posto a mio avviso unico al mondo.
Immaginate l’oceano di fronte a voi, indomabile, che con una forza disarmante sbatte onde vertiginose contro i faraglioni. Ed ora immaginate nello stesso luogo queste sorgenti naturali di acqua salata, cristallina e fresca, che invece riposano silenziosamente tra gli scogli. La natura qui a Garachico ha tracciato il sublime confine tra la calma e la tempesta. Un tuffo è d’obbligo ed il panorama intorno a voi indimenticabile.
La città delle palme e dei colori
Proseguendo verso nord si raggiunge Puerto de la Cruz, già più una cittadina, che comunque conserva quel suo vecchio fascino di porto di mare. Qui la cultura latinoamericana, dovuta ai tanti immigrati trasferitisi sull’isola, è rappresentata dalla caratteristica architettura fatta da edifici bassi che si diramano in un arcobaleno di colori lungo la strada. Seguendo il paseo che da playa del jardin conduce fino al centro città, decorato da due file di palme parallele, si viene sorpresi dai tanti murales che spuntano tra le vivaci vie. Con tutti i suoi colori Puerto de la Cruz è una città viva, originale e piena di entusiasmo.
Il ritorno verso l’hotel è amaro. Prendo coscienza del fatto che stia tutto per finire, e che questi posti che mi hanno cosi dolcemente conquistata si adageranno silenziosamente come sedimenti portati via dalla corrente.
Y en fin se acabó.
Questa è la frase che riecheggia tra i corridoi dell’Hotel Zentral Center. Questa è la frase che mi rimbomba in testa, allagando la mente di incertezze. Questa è la frase che come un macigno frana sulle mie spalle. Infine tutto è finito, si torna a casa, ho un volo di sola andata che mi aspetta.
Adiós, hasta luego, hasta pronto. Scambio i saluti come fossero figurine, mi sciolgo in abbracci sconsolati, mi perdo tra risate e lacrime, tornerai, si, ma non so quando, intanto adiós. È triste voltarsi dall’altra parte riprendendo la propria strada, lasciandosi alle spalle i volti tristi di persone a cui si vuole bene veramente. Si resta soli con la soffocante sensazione di non sapere quando le vostre strade si incroceranno ancora.
Eppure se ci penso, alla fine ho fatto tutto quello che dovevo fare e non posso che provare per quest’isola e la sua gente la più devota e sincera riconoscenza. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, e nonostante riesca ancora a sorprendermi di quanto il tempo passi sempre troppo velocemente, lascio tutto con una coscienza imperturbabilmente serena, calma come il mare quando non soffia il vento, immobile come le piscine di Garachico, senza alcun rimorso o rimpianto, al riparo dal ruggito del mare.
¡Hasta luego!
Martina Patrizi