Il pensiero di Schopenhauer viene definitivo pessimista.
Secondo il filosofo la vita dell’uomo è scandita dal dolore, un pendolo tra noia e bisogno. Il piacere non è mai reale e duraturo, è semplicemente un fugace ed effimero placarsi del tedio.
Il dolore è l’unica certezza delle nostre vite. Solo la contemplazione estetica ci permette di oltrepassare questo fenomeno.
Come facciamo a comprendere le cose?
Bisogna distinguere tra uomo mediocre e uomo superiore. Il primo è come una lampadina che riesce ad illuminare solo le sue prossimità invece il secondo è come il sole in grado di illuminare tutto. Gli uomini superiori, per il filosofo, sono i pittori, i romanzieri e i musicisti. Sono esseri capaci di far vedere il mondo con occhi totalmente nuovi. Nonostante ciò l’artista è destinato a soffrire poiché sarà spesso un incompreso. Questo interfacciarsi degli esteti con costanti ostacoli li porterà a sviluppare una notevole sensibilità. La compassione diventerà un ulteriore strumento per empatizzare con il prossimo.
L’uomo cerca quindi semplicemente di sopravvivere a secondo del suo modo di essere.
“Il mondo come volontà e rappresentazione”, una delle opere più importanti, è la chiave di volta per concepire totalmente il pensiero del filosofo Arthur Schopenhauer.
Schopenhauer tra intelletto e volontà.
L’uomo vede il mondo come lo desidera. Ogni forma di conoscenza rimanda alla rappresentazione intuitiva. Questo desiderio ci porta a vedere la realtà in maniera distorta.
Il velo di Maya altera il nostro cono visivo, potremmo quasi definirla una inconscia illusione ottica. Evidente l’influenza platonica e la conoscenza del mito della caverna.
In virtù della presenza del velo di Maya nelle nostre esistenze è impossibile raggiungere la conoscenza poiché anch’essa fa parte della nostra rappresentazione soggettiva della realtà.
La vita è un sogno. Il mondo reale è dietro il velo.
Alessia Aleo