L’amore è una cosa semplice canta Tiziano Ferro. L’amore è una combinazione di ingredienti afferma Antonio Banderas mentre incita la gallina Rosita a non accontentarsi di un galletto qualunque nel celebre spot della Mulino Bianco.
Perché scegliere esempi così poco aulici, penserete, per provare a spiegare l’inspiegabile, la dolceamara invincibile creatura che Saffo descriveva come la cosa più bella?
Facciamo un passo indietro. Domenica avevo voglia di rivedere Pretty Woman, quindi mi sono recata dal mio spacciatore di DVD per noleggiarlo. Purtroppo non era disponibile, così ho cercato dei video del film su Youtube, ricordandomi di quella scena in cui Julia Roberts sta guardando un vecchio film comico ancora tutta imparruccata. È la sera in cui ha conosciuto Richard Gere, che nel frattempo ancora sta lavorando come un pazzo.
Pretty woman, la favola moderna che ogni persona romantica vorrebbe vivere
Lei ride sguaiata, sgranocchia noccioline e si sdraia a pancia in giù. Solo in quel momento lui inizia davvero a desiderarla.
Tuttavia, nonostante il fascino di un momento di insolita bramosia, la scena che preferisco è quella al parco, quando lui sta ancora lavorando, lei gli toglie le scarpe, gli stacca il telefono e gli fa leggere un libro. Così, sdraiati nel verde, Edward e Vivian si avvicinano. Cos’altro serve, mi chiedo, per generare emozioni se non la semplicità di un avvicinamento. Non serve un locale prestigioso, né un vestito elegante. A volte serve solo una risata sguaiata, semplice, naturale. Basta un telo nel verde o anche solo la voglia di condividere un prato.
Nel mio immaginario il verde è sempre stato sinonimo di unione. Con me stessa quando devo riflettere, ma soprattutto con gli altri: in una situazione del genere non ci sono distrazioni e puoi focalizzarti esclusivamente sulla persona che hai di fronte. C’è poco da dire a volte e molto da guardare. Seduti si abbassano le gerarchie, si è alla stessa “altezza” – anche fisica – e si può solo condividere il relax del momento. In questi casi si percepisce subito se c’è disagio con l’altro, perché non ci sono escamotage. Vi sembra banale? Non lo è affatto.
[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Siedi, chiunque tu sia, sotto i rami fiorenti d’alloro, e al bel ruscello un’acqua dolce attingi, sì che le membra ansanti di grevi travagli d’estate si riposino al tocco della brezza. (Anite di Tegea)[/dt_quote]
Una scena come quella di Pretty Woman, quindi, apparentemente innocente, nasconde un sotto testo da non tralasciare.
Cos’è per voi l’amore? In un mondo dove l’apparenza conta più dell’essere, siete disposti a mettervi a nudo per quello che siete, senza scarpe, senza trucco e inganno, senza un biglietto da visita preconfezionato che indichi già chi siete, la merce al mercato? Gli alberi e le piante, in quanto estrinsecazione della natura, sono ciò che di più naturale vive al mondo. Avete mai visto una rosa sforzarsi di essere un pino? Eppure noi quante volte ci sforziamo di essere diversi da ciò che siamo.
E chissà perché Julia Roberts, che se non l’avete capito ancora è la mia attrice preferita, viene spesso infilata nei prati. Anche in Notting Hill, a parte la scena cult della panchina con Ronan Keating che intona You say the best when you say nothing at all, c’è quella finale sulla panchina ad aprirci un po’ il petto. La grande diva americana con un vestitino a fiori e il pancione, sdraiata sull’inglesino del suo cuore che le legge un libro. Lo sguardo è perso, come si perdono i nostri cuori quando finalmente possono veleggiare verso un orizzonte condiviso, che sa di libertà.
Non solo i film, ad ogni modo, uniscono amore e natura. Molti grandi della letteratura italiana hanno proposto lo stesso connubio, celebrando i momenti più intimi dell’innamoramento. Dal taci sulle soglie del bosco di Gabriele D’Annunzio, che s’illude di favole con la sua Ermione mentre la pioggia nel pineto bagna loro le ciglia, al Gelsomino Notturno di Giovanni Pascoli, i cui petali gualciti non sono che metafora di un utero che sta per cullare una “felicità nuova”.
E se nemmeno quest’ultimo stralcio poetico vi ha convinto, non vi resta che ascoltare Dragostea Din tei, perché anche secondo i moldavi, l’amore si fa bene sotto al tiglio (ma occhio ai dendrofili!).
Alessia Pizzi
https://www.youtube.com/watch?v=ItdHD-R7QSk