Quando si dice l’unione fa la forza!
Ebbene sì!
Perché il lavoro in sinergia dei ragazzi usciti dal Polimoda di Firenze, la prima scuola italiana di Fashion design, ha creato un vero e proprio show. Antitude è il nome del collettivo. Nasce dall’incontro di “Anti”, come accezione positiva dell’uscire dai binari seguendo i propri sogni e “Attitudine”. Dopo le molteplici fatiche del percorso accademico, i trentatre giovani designer di strada ne hanno fatta. In poco tempo organizzano un evento autofinanziato e autoprodotto in risposta alle imposizioni del sistema moda. Un sistema ormai obsoleto, che non lascia più spazio alla libertà creativa. Un sistema che si aggiorna sulle severe leggi del mercato, imposte da un marketing sempre più feroce.
Tutto è pronto!
Iniziano ad arrivare gli spettatori che si accomodano nella suggestiva cornice del Convitto della calza.
Un antico edificio trecentesco dedicato a San Giovanni Battista. Tra gli ospiti ci sono figure di spicco come Keanen Duffty, designer che ha lavorato a stretto contatto con David Bowie e Natalie Gibson, professoressa alla Saint Martins di Londra. Sorseggiando del buon vino, offerto dallo sponsor dell’evento, si attende l’entrata delle modelle. La musica del dj L-VIS 1990 inizia a farsi sentire.
L’emozione è tanta.
Pronti con cellulari e macchine fotografiche alla mano. Entrano le modelle e i modelli. Subito si nota come ogni designer ha una sua peculiarità, un suo carisma, una sua autenticità. Ma c’è un elemento che accomuna tutti: la passione!
La cosa che ha colpito molti, è stata la collaborazione, il dietro le quinte. Forse perché quello che ci si aspetta dalle nuove generazioni è sempre troppo poco. Forse perché siamo in una società in cui i giovani vengono dipinti come “bamboccioni”, pigri e incapaci di lasciare il proprio nido familiare. Oppure come quelli sfruttati dalle aziende, se pur capaci. Antitude oltre ad essere un evento che rimarrà nella storia della moda fiorentina, ha trasmesso un messaggio. Ci suggerisce di andare oltre gli stereotipi… “e quando si dice conformismo noi rispondiamo Libertà di espressione!”
Alessandra Forastieri