Una cerimonia è un momento corale: la scelta dell’abito sottintende una scelta precisa. Mi importa tanto o poco? Adotto uno stile di rottura o conforme al bon ton? L’abito è sempre un mezzo di espressione: soprattutto quando non possiamo parlare, è lui che parla per noi.
Attori, First lady, politici e star sono personaggi pubblici a cui viene perdonato tutto, tranne gli scivoloni di stile e le scelte sbagliate in fatto di look. Vengono fotografati e trasmessi in mondovisione, l’outfit è quindi qualcosa che arriva prima del contenuto, il loro aspetto esteriore è uno statement delle loro idee sociali, politiche, artistiche.
La cerimonia per l’insediamento di Biden
Il 20 gennaio si è svolto l’Inauguration Day, il Campidoglio degli Stati Uniti d’America si è trasformato in un set a cielo aperto, in occasione del giuramento del 46esimo presidente Joe Biden e della vice presidente Kamala Harris. E’ impossibile non vedere come questa cerimonia sia stata declinata al femminile: dopo anni di dichiarazioni sessiste e violente contro le donne dell’era Trump, si torna ad un’immagine dell’America più civile e inclusiva.
Inoltre, è stata una cerimonia piena di ‘prime volte’ memorabili nella storia degli Stati Uniti. Kamala Harris è la prima donna vicepresidente nella storia degli USA, la giudice Sonia Sotomayor davanti alla quale la Harris ha giurato, è stata la prima donna di origine ispanica ad entrare a far parte della Corte Suprema. Infine, è stato istituito per il marito della Harris il ruolo del Second Gentleman, che sul suo profilo Twitter dichiara: “Ricorderò per sempre tutte le generazioni di donne che hanno servito in questo ruolo prima di me, spesso senza particolare riconoscimento o lode”.
La scelta degli stilisti
Tante volte è stato rimproverato a Melania Trump di scegliere stilisti europei (per esempio i suoi amati Dolce&Gabbana), perché in frangenti ufficiali dare visibilità ai connazionali è una scelta patriottica e anche economica.
Joe e Jill Biden, la coppia presidenziale, hanno scelto rispettivamente un marchio storico americano come Ralph Lauren e la giovane stilista Alexandra O’Neil, che solo 2 anni fa ha fondato Markarian. Come dire: dai giganti agli emergenti, in America c’è spazio per tutti.
Kamala Harris ha optato per un total look viola: qualcuno ci ha visto un significato d’unione perché si trova a metà tra il rosso e il blu, i colori rispettivamente del partito repubblicano e quello democratico. Per altri è un omaggio a Shirley Chimson, la prima donna nera mai eletta in Congresso e la prima a candidarsi alla presidenza nella storia degli Stati Uniti. Il colore che indossava più spesso era proprio il viola.
Lo stilista è Christopher John Rogers, enfant prodige della moda americana: giovanissimo afroamericano, vincitore nel 2019 del prestigioso Cfda/Vogue Fashion Fund Award e selezionato per il Vanguard Program di Net-a-Porter, è stato nominato per il Forbes 30 Under 30 Award. Disegna e crea abiti per tutti, dal taglio universale e genderless, una delle sue frasi celebri è: “Non siamo obbligati a fare le cose come il sistema ci dice di farle”.
Michelle Obama, per me la più bella (dopo Lady Gaga, ma ve ne parlo dopo), ha indossato un completo di Sergio Hudson: cappotto, pullover, pantaloni a vita alta, cinta gioiello tutto in un invernalissimo tono berry.
Lo show in streaming “Celebrating America”
La grande soirée, che il mondo ha potuto vedere in streaming, ha sostituito il tradizionale ballo inaugurale, regalando uno show mozzafiato. Jill Biden, per la serata, sceglie un abito di Gabriela Hearts, nuova direttrice creativa di Chloé, impegnata nella moda sostenibile. L’abito è bianco, così come il cappotto, e decorato con piccoli fiori colorati e ricamati a mano, che rappresentano tutti i fiori degli stati degli Usa, dei territori e del distretto di Columbia.
Questo dettaglio non vi ricorda niente? Allora ve lo dico io: l’abito da sposa di Kate Middleton, creato da Sarah Burton, aveva rose, cardi e trifogli, rispettivamente simboli di Inghilterra, Scozia e Irlanda, le tre nazioni parte del Regno Unito, ricamati sulla stoffa.
Tornando allo show, è stato veramente un trionfo dell’American spirit. Per Biden, fin dalla campagna elettorale, si sono schierati moltissimi protagonisti della scena musicale ed artistica americana, come Bruce Springsteen, Katy Perry, JLo e Lady Gaga che ha cantato l inno americano.
Jlo è l’unica che ha toppato alla grande il look, e sinceramente non me l’aspettavo (io la trovo divina). Un total look bianco ottico di Chanel che l’ha ingolfata e un colorito che ricordava vagamente quello di Trump. Katy Perry, vestita da Thom Browne, sembrava una papessa, avvolta in una cappa bianca con dettagli rosso e blu.
Lady Gaga in Schiaparelli Haute Couture
Al numero uno del podio io metto senza dubbio Lady Gaga, incredibilmente (ma non me ne stupisco) perfetta nel suo abito Schiaparelli Haute Couture. Anche la scelta di questa maison lancia un messaggio: Elsa Schiaparelli è stata la stilista più famosa a cavallo delle due guerre mondiali, insieme alla rivale Coco Chanel. Coco la chiamava con disprezzo “L’italienne“, le loro cifre stilistiche erano infatti agli antipodi. Tanto sobria ed elegante era la donna Chanel, tanto teatrale e creativa era la donna disegnata da Schiaparelli. La stilista, proveniente da una famiglia di famosi intellettuali e scienziati, si dedicò allo studio della filosofia e della poesia, si sposò e divorziò rimanendo sola con una figlia, divenne amica degli artisti dell’avanguardia dadaista: Picabia, Man Ray e Marcel Duchamp, con i quali collaborò per i costumi di film e spettacoli teatrali. Approdò alla carriera di stilista sotto la guida di Poiret, sbaragliando tutto ciò che fino a quel momento si era visto nella moda. Se nel 2021 possiamo indossare un colore chiamato rosa shocking, lo dobbiamo a lei, che creò il ‘rosa Schiaparelli’.
La scelta di Lady Gaga è quindi un’ulteriore dichiarazione e omaggio a una donna straordinaria, la cui eredità viene portata avanti da Daniel Roseberry. E a chi ha criticato l’abito di Gaga, lascio che a rispondere sia Schiaparelli:”In tempi difficili, la moda è sempre scandalosa”.
Micaela Paciotti