Herstory, a cosa serve l’app sul Femminismo?

“Oggi nessuna donna si ritiene inferiore ad un uomo. Sa che per questioni politiche e sociali spesso è svantaggiata, ma non si ritiene inferiore per nascita, come si credeva prima del Femminismo.”

Vi sarà capitato di leggere, nel mare magnum delle notizie online, qualche titolo sull’uscita di un’app sul femminismo storico. Ebbene, si chiama Herstory, è gratuita, scaricabile, e racchiude nel mezzo più fruibile del nostro secolo la storia dei luoghi del femminismo romano. L’idea è di Archivia, Biblioteca Specializzata in Cultura delle Donne, e vede protagoniste Giovanna Olivieri e Valeria Santini.
Di storia femminile non se ne è parlato per secoli, ed ora, quasi non si parla d’altro. Tanto che molte persone sono stanche della parola “femminismo” e dell’espressione “questioni di genere”. Ciò che sfugge comunemente, però, è che la storia delle donne non fa parte dei manuali. Poche sono le menzioni alle personalità muliebri sui libri di scuola. Questo rende mutilo il nostro bagaglio culturale e fa sì che le donne sentano la necessità, più che legittima, di raccontare anche il loro passato.
Ho avuto il piacere di intervistare Giovanna Oliveri e ho voluto farle delle domande sull’app, immedesimandomi nelle persone che non si considerano interessate alla faccenda.
femminismo
Molte persone si staranno chiedendo a cosa serve quest’app. Cosa può dirmi in merito?
La storia delle donne in genere viene misconosciuta e distorta. Oggi molte donne dicono “Io non sono femminista“, ma l’azione del movimento ha cambiato profondamente la mente di tutte le donne, nella percezione che hanno di loro stesse. Oggi nessuna si ritiene inferiore ad un uomo. Sa che per questioni politiche e sociali spesso è svantaggiata, ma non si ritiene inferiore per nascita, come si credeva prima del Femminismo.
L’ignoranza è dovuta in gran parte al silenzio dei testi scolastici…
Molti insegnanti non hanno materiale di facile accesso che dia la possibilità di far conoscere un’altra storia, quella delle donne. Sul web è tutto molto dispersivo: fornire uno strumento come questo, su una storia che non viene raccontata, può dare uno stimolo alle scuole. Uno studente ha la possibilità di andare sul sito e studiare le schede proposte. Sono una base strutturale da cui partire, per incuriosirsi e per approfondire.
La storia in un’app. Connubio interessante tra antico e moderno…
Come donna di biblioteca ho sempre cercato di fare uscire il materiale da questi luoghi, tramandarlo e renderlo fruibile. Valeria Santini, l’altra capo progetto, ha proposto di realizzare un’app scaricabile gratuitamente,  affinché il contenuto potesse diffondersi più facilmente. Pensi ad un evento come il Giubileo, con un clic si potrà accedere a mappe geolocalizzate e alle relative schede. In un mezzo ultramoderno è contenuta la storia, e il connubio è stato voluto per raggiungere un pubblico più ampio di quello che avrebbe ascoltato un cd, letto un libro, o visitato un sito.

Crede che la useranno anche gli uomini?
In biblioteca i ragazzi non osano accedere platealmente a queste informazioni: entrano timidi. Devono sapere, invece, che anche le donne negli ultimi 40 anni hanno fatto parte della storia di questo paese, dando un’enorme spinta alla sua evoluzione. 

Alessia Pizzi

@alepizzi88
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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