Filosofia indispensabile come l’aria

Anassimene
Ph. Farhan Sharief

Sopraffatti dalla quotidianità non riusciamo più a fermarci, a dedicarci al “pensiero” per più di cinque minuti.

Parlare di filosofia al giorno d’oggi può sembrare un atto cacofonico. Bisogna, invece, addentrarsi tra i fitti rovi di “sofia” e cancellare l’immagine di vecchi libri impolverati da tirare fuori dalla cantina. La filosofia, ieri come oggi, ha un ruolo fondamentale per la vita di tutti i giorni.

Le scienze filosofiche sono bistrattate e tacciate come discipline per pochi eletti: non vi è luogo comune più errato. L’amore per il sapere, declinato in tutte le sue forme, deve avvicinare e non pretendere di ergersi a staccionata di diversità.

Lungi dal voler giustificare i tuttologi.

L’intento della filosofia, concepita ed interpretata in chiave contemporanea, dev’essere quello di offrire un valido strumento per spiegare, non solo epistemologicamente, la vita.

Ovviamente non basta aver letto Hegel per definirsi filosofi.

Se si necessita di un’etichetta la più opportuna potrebbe essere quella di divulgatori di storia della filosofia.

La filosofia è come l’aria. E se concepiamo l’aria come principio – ἀρχή – parlare di uno dei filosofi naturalisti di Mileto è tappa necessaria.

Anassimene di Mileto, insieme ai predecessori Talete e Anassimandro, individua il principio originario di tutte le cose in elementi della natura (da cui il titolo delle rispettive opere Περί Φύσεως – Sulla Natura – delle quali ci sono pervenuti solo dei brevi frammenti).

Siamo nel VI secolo a.C., nella Ionia Minore, l’attuale costa turca dinnanzi Atene, e Anassimene individua nell’aria il primordio. L’aria è fondamentale per gli esseri viventi e da questo semplice concetto egli sviluppa la sua tesi per cui l’aria, intesa anche come respiro – πνεύμα –  sia il principio assoluto.

Mentre per Talete era l’aqua – ὕδωρ – e per Anassimando l’astratto infinito – ἄπειρον -, Anassimene ricerca il principio in ciò che è concreto e visibile quotidianamente, in quello che egli spiega, in maniera innovativa, come un processo meccanico di rarefazione e condensazione.

La respirazione è il suo punto di partenza per la spiegazione meccanicistica del suo ἀρχή.

L’aria in un processo di raffreddamento si condensa. Una volta assunto il suo nuovo stato materico diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e infine pietra. All’opposto dilatando la sua materia diventa fuoco.

Caldo e freddo diventano dicotomia del principio, dal quale dipenderà la densità che genererà gli elementi dell’universo, concepito come un organismo vivente.

Come l’anima nostra che è aria, ci tiene insieme,
così il soffio e l’aria abbracciano tutto il mondo.

DK fr. 13 b2

Perché un pensatore del VI secolo a.C dovrebbe essere riletto nella nostra contemporaneità?

Innanzitutto per applicare il sapere come strumento di conoscenza effettiva della verità. In secondo luogo per conoscere le basi di quell’evoluzione scientifica che diamo per scontata e ormai, quasi, non apprezziamo più.

Conoscere il passato per comprendere il futuro.

Alessia Aleo

Giornalista pubblicista, una grande passione per la moda. Sempre in viaggio e alla scoperta di nuove prospettive.

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