Eccoci, il cameriere ha appena finito un elenco lunghissimo di birre artigianali, di cui la più semplice è un rarissimo esemplare fatto di estratti di erbe lavorate in un monastero lassù sulla montagna da monaci trappisti che si tengono nel mentre su una gamba sola e che costa quanto tre birre industiali e tu ti ritrovi a pensare: ma non sarà meglio un Peroncino?
Perché questo non accada più, ho pensato di comporre una piccola guida da principiante a principiante per spiegare, almeno un poco, un mondo assai complesso- ricco di sentori, sapori e colori non meno di quello enologico- spesso sottovalutato e considerato ancora come un circuito del tutto marginale.
Introduzione agli stili
Lo stile identifica le principali caratteristiche di una birra, di un sidro o di un idromele. Subito brutte notizie: gli stili cambiano nel tempo, possono non essere univoci, possono non essere ovunque riconosciuti; un po’ come le scale di Harry Potter: a loro piace cambiare. Motivo per cui mi atterrò solamente agli stili principali che potrete usare per fare la figura dei geek quando sarete in birreria con gli amici.
Prima vi do una macro-nozione: le birre si classificano in birre ad alta e bassa fermentazione; Durante la fermentazione, i lieviti mangiano gli zuccheri e lo trasformano in alcool. Quelle a bassa fermentazione, le Lager, usano lieviti che si attivano attorno ai dieci centigradi e svolgono il processo sul fondo del fermentatore mentre le altre, le Ale, usano lieviti che si attivano a temperatura più alta e, quello che rimane tende a risalire verso l’altro . Aggiungete un altra piccola categoria, quella delle birre a fermentazione spontanea, le Lambic, dove il preparato viene semplicemente esposto all’aria: il risultato è un sapore decisamente acido.
I principali stili descritti
- Pills: è la birra chiara per eccellenza. Una birra che si direbbe normale. Chiara, Luppolata, frizzante.
- Saison: la birra estiva. Sono birre ad alta fermentazione, molto frizzantine, dal gusto secco e alle volte un po’ agrumato. E’ una birra ricca di sentori per via dei malti e delle spezie utilizzate, tra cui anche il pepe.
- Blanche: questa è riconoscibile facilmente a causa del colore più chiaro delle altre- lo dice il nome- e quasi opalescente. Ciò avviene perché viene usato malto e frumento: le proteine di questo, assieme al lievito, le conferiscono il suo colore. Inoltre, così facendo, la maturazione della birra continua anche dopo l’imbottigliamento. Sono birre leggermente acide, speziate e poco alcoliche.
- Ipa: nome completo indian pale ale. E ’quindi una birra ad alta fermentazione, pallida. Può avere un colore da ambrato sino ad un rame, e il sapore è amaro a causa del luppolo. In una Ipa fatta bene dovrebbe essere distinguibile alla lingua anche il malto, seppur in posizione meno prevalente rispetto al luppolo.
- Apa: nome completo invece è american pale ale. La traduzione è come sopra. Le caratteristiche sono simili all’ipa, malto, luppolo, agrumi. Inoltre è una birra su cui facilmente si può giocare aggiungendo ingredienti e creando sfumature diverse.
- Bock: il nome è la storpiatura di Einbeck ossia caprone, che spesso campeggia sulle etichette. E’ una birra a bassa fermentazione dal colore scuro, che va dal ramato intenso al marrone. E’ una birra non amara, quasi dolce al primo sorso per via del malto. Da provare nella variante della doppelbock: è una bock doppia quindi ci dobbiamo aspettare a tutti gli effetti una bock per due, dal grado alcolico più alto, al colore scuro con riflessi rubino.
- Porter: E’ una birra scura ad alta fermentazione. Gli aromi e il gusto tendono al cioccolato e alle noci. Sarà quindi uno stile, con i suoi toni caldi, particolarmente adatto all’inverno, simile alle Stout.
- Stout: anche queste sono birre scure, abbastanza delicate e moderatamente frizzanti. Hanno sentori che vanno dal cioccolato al caffè, con qualche tono di cacao.
Messi i capisaldi, non vi resta che provarli tutti. Cheers!
Serena Garofalo