Twin Peaks 3×15, ricordiamoci le cose belle

twin peaks 3x15

Maledizione, perché ci accorgiamo delle cose belle solo quando non le abbiamo più, e non le godiamo nel presente?

Oggi, con questa straordinaria puntata, mi sono reso conto di che dono sia (ri)vedere Twin Peaks. Proprio ora, quando mancano solo due settimane alla fine. Il regalo che ci ha fatto David Lynch è semplicemente inquantificabile.

Twin Peaks è sempre stata e sempre sarà unica, semplicemente inimitabile, ma anche tra le migliori serie, e la tv ha sfornato negli ultimi anni prodotti di qualità eccelsa, è quasi impossibile ritrovare un livello così alto di pura arte e pura emozione, capacità di creare il più fitto e inquietante mistero e al tempo stesso toccare con umorismo e commozione le corde più intime. Il tutto, sia ben chiaro, con infinità semplicità.

Questa puntata, in un certo senso, è un omaggio a Twin Peaks stesso. Alla serie, a coloro che ci hanno lavorato, a noi fans. Alla faccia di chi ancora crede che Lynch si diverta a giocare e prenderci in giro.

Un omaggio a coloro che non ci sono più, ed è giusto ricordarli e ringraziarli. Non lo sappiamo, ma è lecito immaginare che David Bowie avrebbe partecipato attivamente alle riprese. Con una sola, brevissima apparizione in Fuoco Cammina con Me è diventato una figura cardine dell’universo di Twin Peaks, e Lynch non ha dimenticato il suo contributo. Farlo vedere, seppur sotto forma diversa, farlo sentire, seppur con una voce imitata, era doveroso.

La Signora Ceppo è uno dei personaggi essenziali di questa storia. Lo era 25 anni fa, ed è riuscita ad esserlo ancora. La morte dell’attrice nel 2015 non ha impedito a Lynch di farla recitare in brevi scene, seppur con i limiti imposti dalla sua condizione. Ma il saluto di questo episodio vale tutto: la leggerezza, la grazia, l’immenso sentimento con cui l’inquadratura racchiude Catherine E. Coulson, e le frasi che lei recita, con una doppia valenza incredibile reale e fittizia, sono il tributo migliore alla sua eredità.

Tra i personaggi secondari, chi non ama Ed e Nadine non può dirsi un vero fan di Twin Peaks. Altre serie li avrebbero resi macchiette, altre ancora avrebbe sfruttato in maniera forzata il triangolo amoroso con Norma. Twin Peaks invece, che una serie come le altre non è, li ha sempre trattati con gentilezza e rispetto pur in mezzo alle storyline francamente ridicole del passato. I primi meravigliosi 10 minuti di questo episodio sono il giusto omaggio ai personaggi, una ventata di ottimismo e sorrisi davvero necessaria. Per loro, sia chiaro, e ovviamente per noi.

E quando si omaggia, il motivo latente è scontato: non si è ancora pronti a voltare pagina, a lasciar andare.

Lo dice chiaramente nella sua ultima conversazione la Signora Ceppo. Non so se questa voglia dire che la serie non è pronta a terminare, oppure è un riflesso verso lo spettatore non pronto a vedere il finale. Ma è normalissimo che tale sentimento si manifesti proprio quando ci avviciniamo alla fine. Io, personalmente, non sono affatto pronto ad affrontare il finale, ora che mi sto accorgendo di quanto grande sia quello che stiamo vedendo. Una metafora semplicissima ma dalla potenza incredibile: è davvero difficile lasciar andare qualcosa, accettare che ci sia una fine.

La rincuorante certezza è che Twin Peaks ha lasciato il segno. E tra anni, quando si vedrà indietro, si potrà pensare a che fortuna è stata vivere l’estate televisiva del 2017, l’estate in cui Twin Peaks è andato in onda per ben tre mesi, e che fortunati sono stati coloro che l’hanno vissuta in diretta e hanno partecipato alla sua meraviglie e alle sue discussioni post-puntata ogni settimana.

Lunga vita a Twin Peaks.

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Emanuele D’Aniello

Emanuele DAniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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