Twin Peaks 3×14, impariamo ad ascoltare

Twin Peaks 3x14

Credete sia davvero casuale vedere la tana di un coniglio come punto di ritrovo nei boschi di Twin Peaks?

Nulla è casuale con David Lynch e con questa serie, lo sappiamo benissimo. E sapere che il maggiore Briggs ha davvero usato la tana di un coniglio, o di una lepre per essere precisi, non può non ricordare le tante assonanze tra questa storia e quella di Alice. Con le sue stranezze, le singolarità, le dimensioni spaventose, la realtà della Loggia Nera è davvero una versione distorta del Paese delle Meraviglie. L’ingenuità e la curiosità della piccola Alice la ritroviamo sia in Cooper sia in Laura Palmer. I due mondi hanno in comune tanti mostri e tanti personaggi poco affidabili.

E come Alice durante il suo viaggio si ferma ad ascoltare i racconti del bruco, del gatto, del cappellaio, in questa nuova puntata di Twin Peaks la trama si dipana esattamente vedendo personaggi che ascoltano storie.

Tammy e Albert ascoltano il sogno di Gordon Cole. Andy ascolta gli ordini del Gigante. James ascolta la storia molto indicativa di Freddie. E così, con i racconti, con parole che diventano prima sogni e poi realtà, tutta la vicenda si collega e converge nuovamente verso i misteri di quella piccola cittadina dello stato di Washington.

È bellissimo vedere come la serie, in una puntata molto parlata e apparentemente calma, abbia regalato al tempo stesso alcuni tra i suoi momento più enigmatici.

Alice dopotutto non si trova in un mondo concreto, spiegabile, lineare, ma una dimensione continuamente in movimento. Al medesimo modo i racconti di Twin Peaks sono sempre offuscati, lontani, quasi evanescenti. Quello di Cole addirittura è fondato sulla memoria e sul sogno, due degli elementi che più sfuggono al nostro razionale controllo. Il ricordo di Cole, che poi diventa ricordo anche di Albert, è a noi chiarissimo ma per loro oscuro, quasi paradossale. Perciò tutti i racconti che ascoltiamo in questa puntata ci sembrano vaghi e oscuri ma contemporaneamente credibili e toccanti.

Non sono questi aggettivi che possiamo usare per descrivere proprio Twin Peaks stesso? Una storia che non capiamo, ma ogni singola volta ci sembra più reale, più vicina, più spaventosa, più empatica. Così come l’incredibile finale che vede protagonista Sarah Palmer: non sappiamo cosa sia, ed è anche inutile fare congetture adesso, ma capiamo bene che il dolore di una donna travolta da una tragedia personale è alla fonte di tutto. Come sempre, tra le proprie paurose stranezze, Twin Peaks torna al cuore, all’emozione, al tangibile. Qui colpisce di più, e qui si conferma la serie maestra assoluta nel panorama televisivo di ieri e ancora di oggi.

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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