The Night Of 1×04/1×05, presunzione di colpevolezza
I due nuovi episodi di The Night Of confermano, e anzi aumentano, la duplice natura della miniserie: legal drama da un lato e storia carceraria dall’altra. Ma è incredibile come gli sceneggiatori, pur dividendo nettamente le due sottotrame, riescano a mantenere le redini di entrambe e inculcarle negli aspetti umani dei due protagonisti, regalandoci due episodi di incredibile densità ed intensità.
Sono due puntate infatti in cui l’avvocato John Stone, dopo essere scaricato al termine del precedente episodio, ritorna a galla grazie all’aiuto della giovane Chandra, che in realtà è quella che ha più bisogno di aiuto, e inizia una personale investigazione parallela sul caso. Sono due puntate in cui Naz sposa appieno, forse non solo per mera sopravvivenza, la vita carceraria, alleandosi col boss Freddy, rasandosi i capelli e diventando un corriere della droga. Ma soprattutto, sono le puntate in cui Naz, sposando tale scelte, decide di andare faccia a faccia con la propria miseria umana, scoprendo gli istinti che tutti noi coviamo, e in cui Stone deve convivere semplicemente con quella miseria, che sia dovuta al suo disgustoso eczema, ai problemi col figlio oppure alla difficoltà di relazioni umane.
Come detto già nella prima recensione, Stone e Naz sono quasi due reietti della società che si incontrano al posto sbagliato e al momento sbagliato, ma ne traggono insegnamento reciproco. E lo vediamo nel fondamentale momento al termine della 4° puntata. I due episodi in questione infatti sono giocati entrambi sulla scelta di Naz di accettare il patteggiamento, dichiararsi colpevole per impedire il processo e fare in carcere meno anni di quanti ne rischierebbe da una vera giuria. Anche se, eventualmente, non avesse davvero commesso l’omicidio. E’ una scelta fondamentale, le cui conseguenze si ripercuotono poi in tutte le azioni e comportamenti del 5° episodio. E’ una scelta non solo vitale per Naz, perché ovviamente ne segna il futuro immediato, ma soprattutto morale, perché essere colpevole o innocente è decidere anche come vivere con sé stesso. Naz alla fine decide di ribaltare tutto e affrontare il processo dichiarandosi innocente, ma il punto è che lui dentro inizia a sentirsi colpevole: questa è la forza di The Night Of, una serie che ci mostrando come un’indagine, un processo, un’esperienza in carcere, possano totalmente annientare la personalità e trasformare le persone. Al giorno d’oggi nei processi reali, sempre più mediatici, non esiste più la presunzione d’innocenza, ma un’atmosfera di colpevolezza necessaria, ben prima delle sentenze, che finisce per convincere gli stessi protagonisti.
E in tutto ciò John Stone? Beh, la scelta di Naz in un certo senso è anche la sua. Non per quello che accade dopo, perché dichiararsi innocente lo fa tornare in pista, ma per quello che accade prima: Stone consiglia a Naz di accettare il patteggiamento. E’ un momento decisivo per l’intera storia della serie: in una mossa inusuale secondo i cliché televisivi cui siamo abituati, Stone svela il proprio lato umano, se ne frega della propria carriera pur se questa possa guadagnarci da un processo eventuale, e consiglia a Naz di pensare al proprio futuro in maniera pratica. Eludendo la morale, Stone paradossalmente fa la scelta più morale possibile.
Questo insomma è The Night Of, il racconto di due personaggi inusuali e tremendamente emotivi. Stone cerca di liberarsi dal fango della vita, Naz cerca invece di capire come formarla una vita, da colpevole o innocente, basta che sia chiaro. E naturalmente tutto ciò porta delle conseguenze.
Emanuele D’Aniello