The Defenders, i supereroi Marvel invadono Netflix

The Defenders

Da qualunque lato si voglia vedere, The Defenders rappresenta un picco speciale per la tv. Ovvero, la prova che quanto si fa al cinema si può replicare, con le dovute proporzioni, nel piccolo schermo.

Netflix ci ha gentilmente messo a disposizione le prime 4 puntate di The Defenders, la nuova serie tv Marvel composta da 8 episodi che sarà disponibile dal 18 agosto. E queste prime puntate rappresentano davvero il culmine narrativo di quanto costruito negli anni precedenti.

Non è la prima volta, ad essere corretti, che un team di supereroi si unisce in tv. Lo abbiamo visto recentemente con le serie tv della concorrente DC Comics. Le strade intraprese però sono radicalmente diverse, come lo sono le regole a cui si attengono. Se le serie DC infatti sono trasmesse dai network in chiaro americani, e quindi l’unione del team è spesso un evento fatto per smuovere le acque narrativamente oppure raddrizzare gli ascolti, le serie Marvel di Netflix sono state costruite proprio con la prospettiva di tale momento, e scritte con una uniforme e coerente storia in grado di sfociare nell’inevitabile incontro tra i quattro protagonisti.

Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist. Tutti e quattro hanno avuto almeno una serie autonoma intera in precedenza, con differenti responsi ovviamente. Ma, sarà per il tono delle varie serie molto realistico, umano, dark, oppure per i caratteri dei personaggi, tutti unici e al tempo stesso assolutamente complementari, i quattro eroi sembrano nati per combattere insieme.

Il punto di forza della serie, infatti, è il tono legato perfettamente alle psicologie e agli obiettivi dei protagonisti.

Il redditizio universo cinematografico Marvel è costruito su minacce enormi, nemici cosmici, distruzione di pianeti. Problemi a cui gli eroi rispondono con risate, battute e umorismo, mentre da un film all’altro si passa come nulla accadesse. È tale leggerezza forzata e superficialità che ho sempre detestato di quei film, personalmente. La Marvel televisiva, invece, per differenziarsi dagli eroi del cinema, ci propone minacce reali, problemi “urbani”, nemici che possiamo comprendere, quindi temere maggiormente, e che vanno a riflettere la realtà dei protagonisti, per cui il nemico diventa l’estensione delle proprie paure o problemi personali.

Daredevil è il personaggio serio, tormentato interiormente, che mette al primo posto le emozioni e l’importanza della propria missione. Jessica Jones è quella sarcastica ma mai arrogante, problematica e perciò umanissima, indipendente ma vulnerabile. Luke Cage è il carisma fatto a (super)uomo, fragile dentro ma badass al 100% contro tutto e tutti. Iron Fist, non avendo conosciuto adolescenza, è l’innocente del gruppo, colui che sembra un petulante ragazzino e il secondo dopo il guerriero più letale. È un team semplicemente assortito alla perfezione. Unito, poi, non dalla provvidenza o dalla volontà di qualcuno, ma dalla costrizione della situazione, elemento che rende il loro incontro reale e la loro riluttanza fortemente comprensibile.

Detto ciò, The Defenders non è esente da problemi. Il ritmo continua ad essere piuttosto discontinuo, come nelle serie autonome precedenti. Gli avversari materiali continuano ad essere banali, capaci di inscenare combattimenti ninja a casaccio tutti uguali tra loro. E l’inizio della storia fatica a carburare, soprattutto i primi due episodi sembrano un collage delle serie precedenti, con quattro filoni separati per stile e colori. Ma appena i quattro sono insieme la scena si impenna, c’è poco da fare. Il cuore sono proprio loro, i Defenders, e se funzionano tutto il resto funziona.

Un lavoro completato che si può soltanto applaudire. E The Defenders promette di diventare l’ennesima serie imperdibile.

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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