Star Trek: Discovery 1×06, facciamo un giro su Vulcano

Star Trek: Discovery 1x06

Ah, i cari vecchi vulcaniani. Ah, le puntate di transizione.

Star Trek: Discovery 1×06 è un episodio che prosegue il viaggio della serie, ma rimane al tempo stesso un po’ troppo statico. Questo è il secondo episodio “standalone” consecutivo, sicuramente non il massimo dopo la premesse di essere una storia fortemente serializzata. La cosa più importante, almeno, è la qualità della puntata comunque sempre buona. Già detto nelle settimane scorse, ma la forza di questa nuova versione dell’universo di Star Trek è l’aver cambiato la prospettiva della scoperta: non più solo spazio profondo e pianeti lontani, ma una missione a capire cosa c’è dentro le nostre contraddizioni personali.

Probabilmente c’è da dire che, in questo, partire dai vulcaniani è un assist perfetto. Loro, con quella mente e quel cuore così logico, così analitico, così cerebrale, rappresentano sempre al meglio il conflitto tra sentimento e emozioni comune a tutti noi. Così la storia di questo episodio rimane un escamotage per guadagnare tempo e portare avanti la narrazione senza sforzo, ma l’introspezione nella personalità della protagonista Burnham continua ad essere il vero punto di forza della serie.

Il capitano Lorca invece continua ad essere abbozzato, un personaggio ancora solo intrigante e non veramente approfondito.

Dopotutto, questa puntata più che al nuovo equipaggio ha pensato a strizzare l’occhio ai vecchi fans. Abbiamo i vulcaniani con Sarek, e già questo dovrebbe far drizzare le orecchie (a punta, in tal caso). C’è stata addirittura una menzione dell’Enterprise, e qui siamo ben oltre il chiaro riferimento.

Star Trek: Discovery però, e questa forse è la cosa finora migliore, continua ad essere godibile anche per chi non è un fan. Sembra ancora fortemente agli inizi, ancora in cerca di capire quanto citare e quanto abbandonare del materiale classico, ma non smette mai di regalare 45 minuti avvincenti a settimana. Ora siamo solo in attesa di una sterzata decisa, del cambio di qualità: una serie con questo nome lo deve fare, e se lo merita.

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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