L’ombra del grande prologo è passata. Quella del passato ancora no.
Al suo 4° episodio Star Trek: Discovery affronta il primo scoglio: uno standalone che non annoi. Questo è davvero una puntata che ricorda lo Star Trek classico: un conflitto morale, sfruttamento fantascientifico, una storia che si apre e finisce nell’arco dei 50 minuti della puntata stessa. Non un male in generale, ma un piccolo passo indietro rispetto all’inizio.
Per un racconto che si propone di essere più serializzato, lo standalone non solo stona, ma è realizzato con poca cura. La storia del salvataggio è molto standard e alquanto raffazzonata, non le viene dedicata la giusta costruzione per renderla interessante ed emotivamente coinvolgente, e rimane solo un pretesto per mostrare altro. Tornano allora gli antagonisti, i Klingon, ma ancora non funzionano. Non è il problema di leggere i sottotitoli, a cui qualsiasi spettatore di serie tv è abituato. A non funzionare sono la cacofonia del loro linguaggio, l’apparenza visiva fin troppo ridicola che li rende indistinguibili l’uno con l’altro, e l’apparente monodimensionalità delle loro motivazioni.
Fortunatamente, Star Trek: Discovery non dimentica lo spirito sul quale si fonda l’intera storia.
Il cuore dell’episodio è sempre legato alla battaglia morale su come affrontare un problema. Sui confini fino ai quali possiamo spingerci, sui mezzi necessari per giustificare un fine. L’importanza dell’approccio scientifico e la centralità della scoperta. L’intelligenza di capire ciò che non conosciamo invece di averne immediatamente paura.
L’abilità della serie nell’esplorare tali temi è stata quella, finora, di affrontarli non solo nel conflitto tra Lorca e MIchael Burnham, ma nel dare una seconda chiave di lettura e spostarli in Burnham stessa. È lei, con la sua duplica natura umana e vulcaniana, ad interiorizzare ed esprimere le pulsioni della serie, divisa tra il desiderio logico di scoprire e avere cure delle proprie scoperte, e l’afflato passionale verso le necessità della battaglia, conseguenza delle sue azioni nelle prime puntate.
Star Trek: Discovery ha chiarissimo in mente cosa vuole comunicarci. Deve solo decidere come farlo. È ancora molto presto, naturalmente, e finora le potenzialità sono intatte. Qualche turbolenza è scontata, ma il nostro viaggio stellare può andare avanti.
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Emanuele D’Aniello